venerdì 1 Agosto 2025
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Terra dei fuochi: Inasprite le pene per i reati ambientali.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge volto a contrastare in modo più efficace i reati ambientali nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, un’area del Sud Italia particolarmente vulnerabile a incendi dolosi, traffici illegali di rifiuti e gravi danni all’ecosistema.

Il provvedimento, promosso dai ministri Gilberto Pichetto Fratin e Vannia Gava, rappresenta un intervento straordinario che mira a ristabilire la legalità, tutelare la salute pubblica e ripristinare la funzionalità ambientale del territorio.

Il cuore del decreto risiede nell’inasprimento delle sanzioni penali per i responsabili di inquinamento ambientale.

Si introduce la possibilità di applicare misure cautelari anche in flagranza differita per reati di particolare gravità, come il disastro ambientale e il traffico illecito di rifiuti, intensificando la deterrenza e accelerando i tempi della giustizia.

Le pene per l’abbandono e la gestione non autorizzata di rifiuti vengono significativamente aumentate, accompagnate da sanzioni accessorie che colpiscono direttamente la capacità di operare: sospensione della patente di guida, fermo amministrativo dei veicoli utilizzati per il trasporto illecito e l’esclusione dall’Albo dei gestori ambientali per le imprese irregolari.

L’utilizzo di immagini di videosorveglianza per identificare i responsabili di abbandono di rifiuti provenienti da veicoli rappresenta un’innovazione tecnica che faciliterà l’applicazione delle sanzioni.

Un aspetto cruciale è la possibilità di disporre l’amministrazione giudiziaria delle aziende coinvolte in attività inquinanti, soprattutto quando queste risultano collegate a organizzazioni criminali.
Questa misura permette di sottoporre le attività aziendali a un controllo più rigoroso, prevenendo ulteriori danni ambientali e sottraendo risorse finanziarie utilizzate per attività illegali.
Per avviare immediatamente il processo di risanamento, il Commissario Unico per la Terra dei fuochi, il Generale Giuseppe Vadalà, è autorizzato a spendere 15 milioni di euro nel corso del 2025, destinati alla rimozione dei rifiuti preesistenti e al lancio di interventi di bonifica.
È previsto un successivo stanziamento di risorse aggiuntive per consolidare gli sforzi di recupero ambientale e garantire la sicurezza del territorio.
L’iniziativa ha ricevuto l’appoggio della maggioranza parlamentare, con particolare enfasi da parte dei rappresentanti della Campania, che hanno sottolineato l’impegno del governo a proteggere i territori colpiti da criminalità ambientale.
Tuttavia, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) ha espresso riserve, definendo il decreto “insufficiente” nonostante l’inasprimento delle pene.

Secondo la CGIL, la mancanza di politiche strutturali di recupero e bonifica, piuttosto che una mera azione punitiva, è un elemento critico che compromette l’efficacia complessiva della strategia.

L’auspicio è che, parallelamente alla repressione dei reati ambientali, si investa in progetti di economia circolare, riqualificazione del suolo e sviluppo di alternative sostenibili per le comunità locali, promuovendo una transizione ecologica duratura e inclusiva.
Il decreto rappresenta dunque un passo, ma necessita di essere affiancato da misure più ampie per affrontare le cause profonde della crisi ambientale e sociale che affligge la Terra dei fuochi.

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