La necessità di riformare il sistema giudiziario per garantire il rispetto dei diritti umani e l’utilizzo della custodia cautelare come extrema ratio

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La morte di una donna detenuta in carcere accusata di violenza sessuale ha scosso profondamente l’opinione pubblica. L’avvocato difensore, Massimiliano Bellini, ha sollevato la questione della custodia cautelare preventiva e della sua impatto sulla presunzione di innocenza e sulla salute mentale dei detenuti. La tragedia mette in risalto la necessità di riformare il sistema giudiziario per garantire il rispetto dei diritti umani e l’utilizzo della custodia cautelare solo come extrema ratio. La richiesta di revoca della misura cautelare per il marito dell’accusata defunta è stata presentata, con la speranza che possa essere trasferito agli arresti domiciliari a Caltanissetta, lontano dalla presunta vittima. L’avvocato sottolinea l’importanza di considerare ogni vita umana nelle procedure legali e condanna l’ingiustizia che spesso si nasconde dietro la detenzione preventiva. La Giustizia deve agire con equità e umanità, senza trasformarsi in strumento di sofferenza per coloro che sono ancora in attesa di un giusto processo.

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