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venerdì 31 Ottobre 2025

Dolomiti a rischio: turismo, illegalità e degrado del patrimonio UNESCO

L’immagine delle Dolomiti, patrimonio UNESCO e cuore pulsante dell’identità altoatesina, è oggi minacciata da una molteplicità di fattori che vanno ben oltre il mero turismo di massa.

L’afflusso di visitatori, pur rappresentando una risorsa economica, sta generando tensioni e impatti negativi sull’ambiente e sulla qualità della vita delle comunità locali, esacerbati da fenomeni sempre più preoccupanti: raduni motoristici incontrollati, gare clandestine, l’inquinamento acustico generato da veicoli performanti e la proliferazione di campeggi abusivi, spesso in aree di pregevole interesse naturalistico e paesaggistico.

L’Assessore provinciale Daniel Alfreider ha recentemente evidenziato come, negli ultimi due anni, questi fenomeni abbiano assunto proporzioni allarmanti, trasformando i passi dolomitici, un tempo luoghi di pace e contemplazione, in scenari di competizioni illegali e potenzialmente pericolose.

L’episodio recente al Passo Gardena, con un incidente che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco volontari, è solo l’ultimo di una serie di atti che testimoniano una situazione insostenibile.
La sfida che si pone non è semplicemente quella di reprimere questi comportamenti, ma di affrontare le cause profonde che li alimentano: una combinazione di fattori che includono una percezione distorta della montagna come luogo di svago illimitato, una carenza di controlli efficaci e, non ultimo, una lacuna normativa che rende difficoltosa l’applicazione di sanzioni e l’implementazione di misure preventive.

Alfreider ha sottolineato l’impossibilità per le forze dell’ordine locali, già gravate da numerosi compiti, di garantire una presenza costante e capillare su tutto il territorio, soprattutto nelle ore notturne, quando si verificano la maggior parte degli episodi di guida pericolosa.
La questione cruciale risiede nella necessità di un quadro normativo chiaro e univoco, che permetta alle amministrazioni locali e alle forze di polizia di operare con maggiore efficacia, in particolare per quanto riguarda l’installazione e l’omologazione di sistemi di rilevamento della velocità, come autovelox fissi e mobili.
Attualmente, la disponibilità di questi strumenti è limitata: in Alto Adige ne è presente solo uno fisso, al Passo Rombo.
Oltre ai controlli sulla velocità, emerge la difficoltà di monitorare e contrastare l’inquinamento acustico.
La gestione di questo aspetto richiede strumenti e competenze specifiche, spesso carenti nelle strutture locali.

La tutela del patrimonio dolomitico non può essere delegata unicamente alla reazione degli organi di polizia.

È necessario un approccio integrato, che coinvolga tutti gli attori in campo: amministrazioni locali, forze dell’ordine, associazioni di categoria, comunità locali e visitatori.

L’educazione al rispetto dell’ambiente e alla responsabilità civica, insieme a una regolamentazione più stringente e a una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono, rappresentano la chiave per preservare la bellezza e l’integrità delle Dolomiti, garantendo al contempo un futuro sostenibile per le comunità che le abitano.

La sopravvivenza di un ecosistema fragile come quello alpino dipende dalla nostra capacità di trasformare la sfida attuale in un’opportunità di crescita e di cambiamento culturale.

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