sabato 2 Agosto 2025
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Salvini e Ricci: tra innocenza, polemiche e accuse reciproche.

Le polemiche e le accuse di opportunismo accompagnano le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, in merito all’indagine che coinvolge il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali delle Marche, Matteo Ricci.

Salvini, intervenendo a Pesaro, ha espresso un principio cardine che dovrebbe, a suo dire, presiedere il dibattito politico in una democrazia matura: la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, reiterata in tutti i gradi di giudizio.
L’affermazione, apparentemente semplice, si inscrive in un contesto di contrapposizione retorica.
Salvini, infatti, ha implicitamente criticato una dinamica che percepisce come selettiva: un approccio più severo e rapido nel giudicare figure legate al suo schieramento, mentre si concede una maggiore indulgenza per esponenti del centrosinistra coinvolti in inchieste giudiziarie.

La sua argomentazione sembra voler sottolineare una presunta disparità di trattamento, una “doppia morale” che mina la credibilità del sistema giudiziario e alimenta la sfiducia dei cittadini verso la politica.
Tuttavia, l’argomentazione si complica quando Salvini estende questa presunzione di innocenza a una platea più ampia, includendo figure come il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e altri esponenti del Partito Democratico oggetto di indagini in diverse regioni italiane.
Questo allargamento, benché presentato come un atto di coerenza, solleva interrogativi sulla sua applicazione pratica e sulla potenziale difficoltà di conciliare la difesa della presunzione di innocenza con l’esigenza di trasparenza e responsabilità in politica.
Salvini ha inoltre respinto ogni accusa di strumentalizzazione, affermando di non cercare il voto dei marchigiani sulla base delle inchieste che coinvolgono Ricci e il PD.
Al contrario, ha sottolineato i risultati ottenuti dalla Lega durante i cinque anni di governo, presentandosi come una forza politica capace di offrire soluzioni concrete per il futuro delle Marche.
La sua campagna elettorale si fonda quindi sulla valorizzazione del programma politico e sull’affermare la Lega come elemento distintivo e positivo per il territorio.
Infine, il Ministro ha ipotizzato una possibile origine interna alle dinamiche del centrosinistra per l’inchiesta che coinvolge Ricci, suggerendo una resa dei conti tra correnti o interessi contrastanti.

Questa ipotesi, benché speculativa, serve a rafforzare la distanza retorica dalla parte avversa e a consolidare la propria posizione di outsider, immune dalle “correnti” e dai giochi di potere interni al PD.
La chiusura è perentoria: la Lega non ha alcun coinvolgimento nella vicenda.

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