“Blackout a Cuba: la fragilità dell’infrastruttura energetica e la necessità di fonti sostenibili”

Il 28% della popolazione cubana si troverà oggi a fronteggiare un blackout durante le ore di punta del pomeriggio e della sera. Questo dato preoccupante è stato riportato dalla compagnia elettrica statale, la quale individua le cause principali nei malfunzionamenti delle centrali termoelettriche e nella carenza di approvvigionamento di petrolio. Questa situazione mette in evidenza la fragilità dell’infrastruttura energetica dell’isola caraibica, evidenziando la necessità di investire in fonti energetiche alternative e più sostenibili. La dipendenza dal petrolio, risorsa non rinnovabile e soggetta a fluttuazioni di prezzo sul mercato internazionale, espone Cuba a rischi significativi in termini di sicurezza energetica e stabilità economica. È fondamentale che il governo cubano adotti politiche energetiche mirate a diversificare le fonti di approvvigionamento e a potenziare l’efficienza energetica dell’intero sistema, al fine di garantire una fornitura stabile ed affidabile per tutti i cittadini. Inoltre, sarebbe auspicabile promuovere l’adozione diffusa delle energie rinnovabili, come l’energia solare e eolica, che potrebbero contribuire non solo a ridurre la dipendenza da combustibili fossili ma anche a tutelare l’ambiente attraverso una produzione più pulita ed ecologica. Il fenomeno dei blackout rappresenta un campanello d’allarme che richiama all’urgenza di una trasformazione profonda nel settore energetico cubano, orientata verso la sostenibilità ambientale e l’indipendenza energetica del Paese.