lunedì 4 Agosto 2025
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Inchiesta Urbanistica a Milano: Procura Valuta Appello e Revisioni

L’inchiesta milanese sull’urbanistica, un nodo cruciale nell’amministrazione cittadina, si avvia a una fase di potenziali rivisitazioni giudiziarie.

La Procura, dopo l’emissione dell’ordinanza cautelare del Giudice per le Indagini Preliminari Mattia Fiorentini che ha disposto sei arresti – un detenuto e cinque in regime di arresti domiciliari – sta ponderando l’opportunità di presentare appello contro alcuni aspetti decisionali.
Il fulcro della riflessione interna alla Procura ruota attorno a due nuclei problematici: la mancata qualificazione giuridica come “induzione indebita” per quanto concerne la vicenda del complesso del Pirellino, e alcune incongruenze, a suo avviso, nella ricostruzione degli episodi di corruzione attribuiti a Giuseppe Marinoni, l’ex presidente della Commissione paesaggio, attualmente agli arresti domiciliari.
La vicenda del Pirellino, un’area strategica per lo sviluppo urbanistico di Milano, rappresenta un punto dolente nell’indagine, dato che il reato di induzione indebita è contestato anche al sindaco Giuseppe Sala, figura apicale dell’amministrazione e centrale nel dibattito pubblico.
La mancata configurazione di questo reato, secondo i pm, potrebbe compromettere la piena ed efficace ricostruzione della dinamica dei fatti e la successiva valutazione della responsabilità del sindaco.

Parallelamente, si stanno analizzando gli elementi probatori relativi alle accuse di corruzione mosse a Giuseppe Marinoni.

Le discrepanze, o le lacune, riscontrate nell’analisi delle presunte tangenti e delle condotte illecite, potrebbero richiedere una rivalutazione delle accuse e, conseguentemente, un riesame della misura cautelare disposta.
L’ordinanza del gip Fiorentini, pur riconoscendo la sussistenza di indizi di colpevolezza a carico degli indagati, ha evidenziato la necessità di ulteriori approfondimenti e chiarimenti su alcuni aspetti controversi dell’indagine.

Tra gli altri indagati figurano l’ex assessore Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella, entrambi coinvolti in dinamiche complesse che intrecciano interessi pubblici e privati.

La decisione di presentare o meno appello rappresenterà una tappa cruciale nell’evoluzione del procedimento giudiziario, con implicazioni potenzialmente significative per il futuro dell’amministrazione comunale e per la percezione di trasparenza e legalità che essa proietta sull’opinione pubblica.

Un eventuale appello potrebbe portare a una revisione delle accuse, all’acquisizione di nuove prove e, in ultima analisi, a una riqualificazione delle responsabilità penali degli indagati.

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