L’intesa tra Umbria e Toscana, siglata dai consiglieri regionali Cristian Betti e Letizia Michelini, si configura come un esperimento pionieristico di cooperazione transregionale, lungimirante e potenzialmente trasformativa per l’intero apparato infrastrutturale e socio-economico dell’Italia centrale.
Lungi dall’essere un mero accordo di programma, l’iniziativa si pone come il primo tassello di una visione più ampia: la “Italia Mediana”, un progetto volto a configurare il cuore del Paese come un’area di sviluppo sinergica, interconnessa e resiliente.
Al centro di questa visione strategica risiede la gestione condivisa del bacino idrico del Montedoglio, con una prima allocazione sperimentale di risorse idriche destinate al Lago Trasimeno.
Questa mossa, ben più di una risposta emergenziale alla crisi idrica, rappresenta un investimento nella sicurezza alimentare, nella salvaguardia della biodiversità lacustre e nella vitalità di un comparto turistico e agroalimentare cruciale per l’economia locale.
L’azione mira a riequilibrare l’ecosistema, riconoscendo l’acqua non solo come risorsa, ma come patrimonio comune da tutelare e condividere.
L’accordo trascende il mero ambito idrico, estendendosi alla sanità e alla mobilità.
La collaborazione interregionale si traduce in una mobilità sanitaria ottimizzata, con l’integrazione di servizi ospedalieri e l’implementazione di protocolli di elisoccorso condivisi, garantendo una risposta più tempestiva ed efficace alle esigenze di salute dei cittadini umbri, con particolare attenzione alle aree marginali.
In ambito infrastrutturale, l’intesa non si limita alla manutenzione delle linee ferroviarie esistenti, ma promuove un’evoluzione verso un sistema di trasporti più moderno, inclusivo e connesso, aprendo la strada alla realizzazione futura della stazione AV Medio Etruria, un nodo cruciale per la connettività regionale e nazionale.
Betti e Michelini sottolineano la necessità che l’Umbria sviluppi un proprio modello di mobilità ferroviaria ad alta velocità, capace di superare le tradizionali barriere geografiche e di favorire una coesione interna più forte.
L’inclusione della Regione nella Zona Economica Speciale, in compartecipazione con le Marche, amplifica ulteriormente il potenziale di crescita, attrattiva di investimenti e creazione di occupazione.
Questo provvedimento, lungi dall’essere un mero atto formale, rappresenta un riconoscimento delle sfide di sviluppo affrontate dalla Regione e un incentivo a perseguire un percorso di crescita inclusiva e sostenibile.
L’Umbria, attraverso un approccio integrato che abbraccia l’innovazione tecnologica, l’agricoltura sostenibile, la digitalizzazione, la protezione dell’ambiente, il welfare sociale e la sanità, aspira a diventare una regione locomotiva, un esempio virtuoso di sviluppo che possa ispirare e supportare altre aree del Paese.
L’ambizione è quella di costruire un modello di crescita basato sulla coesione sociale, la tutela delle fasce più deboli e la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, un modello che coniughi progresso economico e benessere collettivo.