05 aprile 2024 – 15:12
La lotta contro l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione nel mondo del calcio è un dovere morale che coinvolge non solo le istituzioni, ma anche i tifosi stessi. L’episodio vergognoso degli adesivi raffiguranti Mr Enrich nel lager di Auschwitz accanto a Hitler e Mussolini indossanti la maglia della Roma richiede una reazione decisa e inequivocabile. È tempo di smetterla con misure superficiali e simboliche, è necessario agire con fermezza contro chi diffonde odio e intolleranza tra le curve.Le parole dell’assessore Daniele Massimo Regard sono un richiamo alla responsabilità di tutti coloro che amano il calcio: fermare le partite potrebbe essere il modo più efficace per isolare le frange estremiste e far emergere la voce dei tifosi sani che vogliono uno sport libero da pregiudizi e violenza. Le società calcistiche devono assumersi la loro parte di responsabilità, evitando qualsiasi forma di compiacenza verso chi strumentalizza ideologie criminali per fini meschini.Il sindaco Roberto Gualtieri condanna senza mezzi termini gli adesivi antisemiti, sottolineando la gravità di far riferimento a ideologie oscure in un contesto sportivo. La bellezza dello sport risiede nella sua capacità di unire le persone, non nel diffondere odio e divisioni. Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, esprime sconcerto per questi comportamenti dannosi che danneggiano non solo l’immagine delle squadre coinvolte, ma anche la coesione sociale.La tensione si fa sentire in vista del prossimo derby all’Olimpico, dove si temono nuove manifestazioni di intolleranza da parte dei tifosi. I cori omofobi e antisemiti non hanno posto neeacute; nel calcio neeacute; nella società civile, e devono essere fermamente condannati da tutti coloro che credono nei valori dello sport e della convivenza pacifica. È urgente un intervento deciso per contrastare queste manifestazioni d’odio e garantire un ambiente sicuro per tutti gli appassionati di calcio.