La comunità sportiva e medica marchigiana, e in particolare quella anconetana, piange la scomparsa di Remo Gaetti, figura di riferimento per decenni e testimone privilegiato di un’epoca d’oro per l’Ancona Calcio.
Il medico, spento all’età di 89 anni nella sua casa natale di Morro d’Alba, lascia un vuoto incolmabile, segnando la fine di un capitolo significativo nella storia dello sport locale.
Remo Gaetti non fu semplicemente un medico sportivo; fu un punto di riferimento per generazioni di calciatori, un custode della loro salute e un confidente nei momenti di difficoltà.
Il suo nome è indissolubilmente legato all’Ancona Calcio durante i periodi di massima ascesa, quando la squadra dominava le scene della Serie A e Serie B, incarnando l’orgoglio e la passione per il calcio regionale.
La sua competenza professionale, unita a un’umanità rara, lo rese un pilastro fondamentale per il successo e il benessere degli atleti.
La sua carriera medica, costellata di successi e dedizione, si è protratta oltre il mondo del calcio.
In precedenza primario di Geriatria presso l’Inrca di Ancona, il dottor Gaetti ha dedicato la sua vita alla cura degli anziani, un impegno che riflette la sua profonda sensibilità e la sua attenzione al benessere della persona in ogni fase della vita.
Il passaggio dalla medicina sportiva alla geriatria non fu una discontinuità, ma un’ulteriore espressione della sua vocazione al servizio della salute umana.
La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di commozione e cordoglio a livello nazionale, con messaggi di vicinanza alla moglie Donatella Nanni e alle figlie Benedetta, Barbara e Vania.
Il funerale, previsto per venerdì alle ore 9:30 nella chiesa di San Gaudenzio a Morro d’Alba, rappresenterà un momento di raccoglimento e omaggio a un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva.
La figura di Remo Gaetti incarna i valori di dedizione, professionalità e umanità che dovrebbero ispirare ogni professionista sanitario.
La sua eredità non si limita alle cure prestate agli atleti, ma si estende alla sua capacità di aver costruito relazioni durature, basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco, lasciando un esempio prezioso per le future generazioni di medici e di appassionati di sport.
La sua scomparsa è la perdita di una voce autorevole, di una coscienza medica attenta e sensibile, di un uomo che ha saputo coniugare passione sportiva e impegno sociale con dignità e umanità.