22 febbraio 2024 – 08:13
La situazione delle carceri italiane è sempre più allarmante, non solo per i tragici casi di suicidio che si verificano, ma anche per le morti di detenuti malati che sollevano interrogativi sulla gestione della salute all’interno delle strutture penitenziarie. Recentemente a Roma sono deceduti due detenuti affetti da gravi patologie: il primo, un uomo di 66 anni con diabete e problemi cardiaci, è morto in cella a Rebibbia tra il 19 e il 20 febbraio; il secondo, un detenuto di 77 anni con polmonite e insufficienza renale, è spirato poco dopo essere stato trasferito da Rebibbia dove era sottoposto al regime del 41 bis.Questi tristi eventi hanno portato alla luce la questione dell’incompatibilità tra la detenzione e le gravi malattie che richiedono cure specializzate non sempre disponibili in carcere. Il Garante delle persone private della libertà del Lazio, Stefano Anastasia, si è fatto promotore di un incontro con i responsabili della Asl per verificare lo stato dei servizi sanitari all’interno dell’istituto penitenziario. La deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, membro della commissione Giustizia, ha annunciato un’interrogazione urgente al ministro Nordio per fare chiarezza su queste vicende drammatiche e evidenziare la necessità di affrontare in modo risoluto questa emergenza.È evidente che la situazione delle carceri italiane richiede interventi immediati e risolutivi per garantire il diritto alla salute dei detenuti e migliorare le condizioni di vita all’interno delle strutture penitenziarie. La tragedia di questi due uomini malati deve fungere da campanello d’allarme per una riforma profonda del sistema carcerario, affinché sia garantito il rispetto dei diritti umani anche di chi si trova privato della libertà.