Addio Torni Negri, Oreste Scalzone ricorda: ‘Uniti nella battaglia contro lo sfruttamento’.

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18 dicembre 2023 – 17:46

Ho appena appreso la notizia. La comunicazione di questa perdita mi arriva in modo breve e conciso, come uno sparo nel buio. Ormai, queste cerimonie di addio si susseguono incessantemente.Oreste Scalzone, 76 anni, ex leader di Potere Operaio e per molti decenni punto di riferimento della galassia dei rifugiati dell’estrema sinistra italiana a Parigi, si sente “confuso” nel momento della scomparsa di Toni Negri: “la folla, il turbine dei ricordi è così travolgente che ci si sente schiacciati. Non vorrei parlare, vorrei lasciare la prima parola alla famiglia – dice all’ANSA – in questi momenti si viene sommersi da richieste di giudizi, bilanci, memorie e ci si sente invadenti e inopportuni davanti al lutto dei familiari e delle persone più vicine”.Proprio Potere Operaio, il movimento che Scalzone ha creato nel 1969 insieme a Franco Piperno e Toni Negri, capeggiò successivamente l’ala dell’Autonomia. Durante quel periodo viaggiava tra Parigi e il Maggio francese e gli scontri all’università di Roma tra il Movimento Studentesco e l’estrema destra. Sia Scalzone che Piperno che Negri furono coinvolti il 7 aprile del 1979 in quell’operazione rimasta celebre con quella data. Erano presi di mira i cosiddetti “fiancheggiatori”, accusati di “associazione sovversiva”, spesso anche di “banda armata” e “rapina”.Oreste Scalzone cerca di tornare indietro con la mente e ricorda le lotte e i slogan del filosofo e professore che fu leader dell’Autonomia Operaia a Padova in quegli anni: “Non si può fare a meno di pensare a 50 anni fa, alla stagione felice delle nebbie di Marghera e della lotta contro il lavoro, del ‘rifiuto del lavoro'” dice. “Le vicende – continua Scalzone – si sono intrecciate in modo vertiginoso. Nel 1979 arrivò come un pugno nello stomaco il cosiddetto ‘teorema Calogero’ e rispetto a questo ci furono divergenze di discorsi e comportamenti, questa spaccatura tra chi proponeva l’amnistia per tutti senza distinzioni e chi invece faceva delle distinzioni sostanziali nella ricostruzione delle cose. Questa lunga cesura sicuramente ha lasciato tracce, separando gli entourage rispettivi”.”Sono passati decenni – aggiunge Scalzone – e Toni Negri ha portato avanti un’impressionante attività teorica e pubblicistica intorno all’idea centrale del comunismo spinoziano delle moltitudini. Tutto questo ha messo tutto in discussione, tanto che oggi è difficile fare un bilancio completo e un giudizio definitivo”.

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