12 marzo 2024 – 12:35
La magistratura contesta a Vittorio Sgarbi di aver ottenuto un dipinto all’asta nel 2020, facendo apparire la sua compagna come acquirente e utilizzando denaro proveniente da un terzo soggetto, con l’intento di proteggere l’opera da possibili azioni fiscali. La vicenda ruota attorno a un quadro degli inizi del Novecento. Nell’ottobre 2020, Sabrina Colle si aggiudica in un’asta “Il giardino delle fate” del maestro Vittorio Zecchin. In pratica, secondo quanto emerso dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma, Colle avrebbe agito per conto di Sgarbi al fine di eludere il fisco. Di conseguenza, per la procura, il vero acquirente sarebbe stato il politico stesso.Quando lo scorso ottobre era stata resa nota l’indagine, Sgarbi aveva dichiarato che si trattava di una serie di menzogne che arrecavano un grave danno alla sua reputazione e a quella degli altri coinvolti, accusandoli ingiustamente di reati basati su presupposti falsi configuranti una grave calunnia che richiedeva ora una denuncia formale alla Procura della Repubblica. Poco dopo, il critico d’arte ha comunicato agli inquirenti la sua intenzione di regolare le questioni in sospeso con l’Agenzia delle Entrate.