domenica 10 Agosto 2025
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Chikungunya in Veneto: caso inatteso e allarme zanzare

Un caso di chikungunya, una malattia virale tropicale, è stato recentemente identificato presso l’IRCCS di Negrar (Verona), evidenziando una situazione inattesa e sollevando interrogativi sulla presenza del virus all’interno del territorio regionale.
La paziente, una donna di 64 anni residente in Valpolicella, non presentava recenti viaggi in aree geografiche dove la malattia è endemica, rendendo l’evento particolarmente significativo.

L’episodio, comunicato dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto, ha immediatamente attivato un protocollo di risposta coordinato tra l’azienda sanitaria locale (ULSS 9), l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e la struttura ospedaliera, con la paziente attualmente sotto osservazione clinica.
La rilevanza di questo caso autoctono risiede nell’implicazione che la zanzara vettore, *Aedes albopictus* (zanzara tigre), è ora stabilmente presente e capace di trasmettere il virus all’interno della regione.

Sebbene la *Aedes albopictus* sia stata introdotta in Europa, e in particolare in Italia, diversi anni fa, la sua capacità di sostenere una trasmissione locale del virus chikungunya, con un’epidemia, non era prima di ora chiaramente documentata in Veneto.

La chikungunya è caratterizzata da un quadro clinico acuto che si manifesta con febbre elevata, spesso improvvisa, e dolori articolari intensi, persistenti e debilitanti.

Questi dolori, che possono compromettere significativamente la qualità della vita, possono durare settimane o addirittura mesi.
Altri sintomi comuni includono cefalea, mialgie, eruzioni cutanee e profonda astenia.
In soggetti fragili, come anziani o persone con comorbidità preesistenti, la malattia può evolvere verso forme croniche con sintomi prolungati o manifestazioni più complesse, con potenziale impatto a lungo termine sulla mobilità e sulla funzionalità articolare.

È fondamentale sottolineare che il virus chikungunya non si trasmette direttamente da persona a persona, ma esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette.

Il caso in esame suggerisce una rottura della catena epidemiologica precedentemente legata a viaggi internazionali, indicando una possibile insediamento stabile del virus nel ciclo trasmessivo locale.

Le condizioni climatiche favorevoli, caratterizzate da temperature elevate e precipitazioni scarse, amplificano la capacità riproduttiva della *Aedes albopictus*, favorendo la sua espansione e l’aumento della densità delle popolazioni zanzarettarie.

Questo, unito all’incremento dei flussi migratori e turistici che possono introdurre il virus in nuove aree, rende la sorveglianza epidemiologica e il controllo vettoriale di cruciale importanza.

Le autorità sanitarie hanno immediatamente implementato misure di controllo che includono un’indagine epidemiologica approfondita per identificare eventuali altri casi collegati, un monitoraggio entomologico mirato per valutare la presenza del virus nella popolazione zanzare, e la realizzazione di interventi di disinfestazione straordinaria.
Inoltre, è stata rafforzata la sorveglianza sindromica nei pronto soccorso per intercettare precocemente eventuali nuovi casi e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di adottare misure preventive, come l’utilizzo di repellenti, l’eliminazione di ristagni d’acqua e la protezione dalle punture di zanzara.
La situazione richiede un impegno costante e coordinato per prevenire l’insediamento definitivo del virus e proteggere la salute della comunità.

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