Attore audace, trasporto sul palcoscenico l’anima inquieta di Fellini.

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14 gennaio 2024 – 21:13

Il debutto di Ginger e Fred, uno spettacolo indimenticabile che ha incantato Roma per 40 serate consecutive.

Monica Guerritore, durante le prove di Ginger e Fred al Quirino di Roma, racconta all’ANSA che il film di Fellini non è mai stato rappresentato a teatro. Nonostante ciò, lei si sente affettuosamente coraggiosa nel portare sul palcoscenico quella tenera e malinconica storia dietro le quinte del cinema che conosce così bene. La sua produzione, che comprende anche l’adattamento e la regia, vede Monica nel ruolo di Amalia Bonetti, alias Ginger, accanto a Massimiliano Vado nel ruolo di Pippo Botticella, alias Fred. Questo spettacolo coinvolge una compagnia di 10 attori ed è una produzione del Teatro della Toscana, Accademia Perduta/Romagna Teatri e Società per Attori.Secondo Monica Guerritore c’è un destino combinato: un titolo felliniano che crea affetto ma che non è mai stato portato in teatro. È curioso considerando che Fellini disegna personaggi brechtiani e racconta la condizione sociale con tratti umoristici tipici del Marc’Aurelio. Non si tratta solo di una trasposizione scenica ma di una rilettura focalizzata sul contesto televisivo e sull’economia circostante. La storia è quella dei due ex ballerini famosi Amelia Bonetti (Ginger) e Pippo Botticella (Fred), invitati a partecipare allo show natalizio di una televisione privata. Accettano l’invito con l’intenzione di tornare al pubblico e riprendere un amore interrotto anni prima, ma si scontrano presto con le nuove regole della televisione, le richieste pubblicitarie che li costringono a lavorare in fretta e senza prove. Il loro amore rimane incompiuto perché Fred è un uomo incompleto, da qui deriva la leggera malinconia che permea tutta la storia.Monica Guerritore sottolinea quanto Fellini fosse avanti, un anticipatore del suo tempo. In Ginger e Fred non c’è traccia di polvere del tempo, era riuscito a prevedere tutto molto prima delle stagioni degli show televisivi come “Il cantante mascherato” o “Tale e quale”. All’epoca non eravamo consapevoli di ciò, ma lui aveva intuito che il messaggio pubblicitario avrebbe dominato tutto. In Ginger e Fred raccontiamo chi si nasconde dietro la maschera, chi sono quei professionisti che sognano l’attimo di gloria per apparire in TV.Monica Guerritore dà le ultime indicazioni registiche con slancio: Fellini era molto teatrale, materico e il nostro spettacolo richiama la sua creatività povera e visionaria. Io vivo di teatro da tanto tempo e quindi non mi faccio intimorire, posso comprendere i codici della sua messa in scena. Il mondo del teatro, degli artisti e dei professionisti ha sofferto molto negli anni ed è bello che Ginger e Fred possa far capire con ironia e umorismo chi siamo realmente. Se il pubblico sorride, significa che ci ha compresi.Infine, il finale sarà lo stesso felliniano? Sì, rispetteremo la decisione del maestro e come riferito da Giulietta Masina: “Così volle Federico” disse lei consolando Mastroianni, triste per una storia che non si compie. Sarà un finale poetico e malinconico che rimarrà nel cuore di tutti noi.

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