Riorientare l’Export Sardo: Oltre l’Atlantico verso Nuovi Orizzonti CommercialiL’economia sarda, storicamente legata ai mercati statunitensi, si trova di fronte a un’imperativa necessità di diversificazione.
Un recente studio del Centro Studi di Confindustria Sardegna, intitolato “Strategie di Internazionalizzazione: Mercati Alternativi per l’Export Sardo”, svela un quadro dinamico di opportunità emergenti, delineando traiettorie di crescita in Paesi come Arabia Saudita, Australia, Norvegia, Canada e India.
L’analisi approfondisce l’evoluzione delle esportazioni regionali nei settori chiave dell’agroalimentare e del manifatturiero durante il triennio 2022-2025, evidenziando come la volatilità del contesto geopolitico e le crescenti barriere tariffarie statunitensi stiano accelerando la ricerca di nuovi partner commerciali.
Il mercato americano, pur rimanendo un punto di riferimento significativo per l’agroalimentare sardo (circa 140 milioni di euro di esportazioni nel 2024), non può più essere considerato l’unico pilastro della crescita regionale.
Il report sottolinea con forza come la flessibilità e la capacità di adattamento delle imprese sarde stiano generando risultati notevoli in mercati precedentemente meno esplorati.
L’Arabia Saudita emerge come un hub strategico per il manifatturiero, con un’impressionante crescita delle esportazioni, trainata in particolare dal settore metallurgico e dei prodotti in metallo, che hanno visto un incremento da circa 15 milioni di euro nel 2022 a oltre 88 milioni nel 2024.
Un trend simile si osserva in Australia, dove l’export manifatturiero è passato da 8 a oltre 73 milioni di euro nello stesso periodo, sempre grazie alla forte domanda di prodotti metalmeccanici.
La Norvegia, con un boom del manifatturiero – da 2 a 46 milioni di euro – dimostra la validità di una specializzazione in settori specifici come tubi e condotti in acciaio, un comparto che ha generato oltre 150 milioni di euro di valore tra il 2024 e il primo trimestre del 2025.
Il Canada, con una crescita costante e un raddoppio dell’export nel triennio analizzato, si conferma un partner affidabile, con una diversificazione settoriale che abbraccia dalla meccanica strumentale alla chimica.
L’India, infine, si distingue per la sua stabilità e per l’ampliamento settoriale, con un picco di oltre 7 milioni di euro nel primo trimestre del 2025 grazie all’export di macchinari, cisterne in metallo e componentistica industriale.
Nel comparto agroalimentare, le performance più significative si registrano in Canada, Australia e Nuova Zelanda, dove l’export sardo ha visto un incremento triplicato nel 2024, principalmente grazie alla spinta del settore lattiero-caseario e dei prodotti da forno, particolarmente apprezzati nei Paesi dell’Europa Centrale e in Canada.
Andrea Porcu, direttore del Centro Studi di Confindustria Sardegna, sottolinea come lo studio sia nato con l’obiettivo di fornire strumenti operativi a imprese e istituzioni per orientare le strategie di internazionalizzazione e rafforzare la competitività dell’economia regionale, in un contesto globale caratterizzato da rapidi cambiamenti e nuove sfide.
Il report non solo identifica le opportunità, ma fornisce anche una base solida per la formulazione di politiche commerciali mirate e strategie di sviluppo sostenibile, capaci di garantire la resilienza e la crescita dell’economia sarda nel lungo termine.
La diversificazione commerciale non è più una scelta, ma un imperativo strategico per il futuro dell’isola.