Egregie signore, madri di Sara e Stefano,Scrivo a voi non con pretese o richieste, ma con profonda umiltà e il massimo rispetto per la sacralità del vostro dolore, un lutto così denso da trascendere le parole e le comprensioni altrui.
La mia funzione, in qualità di Garante regionale per le persone detenute e le vittime di reato in Basilicata, mi impone di esprimere la più sentita vicinanza, ma ancora più forte è il desiderio di offrirvi uno spiraglio di riflessione, un’apertura verso possibilità inattese, se e quando lo riterrate opportuno.
La scomparsa di Sara e Stefano ha lacerato il tessuto della nostra comunità, lasciando una ferita profonda che si estende oltre il dolore delle rispettive famiglie.
Due storie spezzate in modi diversi, ma ora unite in un’unica, straziante condivisione.
Il loro tragico destino ci interroga sulle dinamiche della giustizia, sulla complessità del perdono e sulla possibilità di trasformare il dolore in un catalizzatore di cambiamento.
Non intendo, né posso, minimizzare la gravità del crimine commesso, né offrire soluzioni semplicistiche o facili.
La giustizia riparativa non è un’alternativa alla legge, né una forma di impunità.
È un approccio alternativo, un percorso che mira a ricostruire il danno causato, non solo a livello legale, ma soprattutto a livello umano.
Si tratta di creare un dialogo costruttivo, uno spazio sicuro in cui le voci del dolore possano essere ascoltate, comprese, e, forse, accolte.
Un luogo dove la vittima, e i suoi cari, possano ritrovare un senso di dignità e il perpetratore possa assumersi la responsabilità delle proprie azioni e contribuire, in qualche modo, alla riparazione del danno.
Questa non è una strada facile, né priva di ostacoli.
Richiede coraggio, apertura mentale e una profonda volontà di confrontarsi con le proprie fragilità.
Ma il vostro coraggio, se lo sceglierete, potrebbe diventare un faro di speranza per l’Italia intera, dimostrando che anche nelle fratture più profonde è possibile coltivare un seme di umanità condivisa, un ponte verso un futuro in cui la vendetta ceda il passo alla riconciliazione.
Come Garante, mi rendo disponibile, con l’ausilio del Garante siciliano, a offrirvi il supporto necessario per esplorare questa possibilità, senza pressioni o imposizioni.
La Regione Basilicata si impegna a sostenere, con discrezione e sensibilità, ogni iniziativa che nasca dal vostro vissuto, dalle vostre necessità, dai vostri desideri, al di là di logiche formali o di interessi esterni.
La vostra voce, il vostro dolore, la vostra speranza, sono al centro di questo percorso.
Non un processo imposto dall’alto, ma un’esplorazione condivisa, un cammino che nasce dal profondo del cuore umano.