La tragica vicenda che coinvolge il turista napoletano Luigi di Sarno, deceduto a Lagonegro, ha innescato un’indagine complessa e urgente, affidata alla Procura della Repubblica di Paola, sotto la direzione di Domenico Fiordalisi.
L’inchiesta, caratterizzata da una vasta perquisizione disposta su tutto il territorio nazionale, verte sulla possibile contaminazione botulinica di un prodotto alimentare, al momento identificato come broccoli, risultato incriminato nell’epidemia di intossicazioni che ha colpito la costa cosentina.
L’evento mortale ha sollevato interrogativi cruciali sulla filiera agroalimentare e sulla sicurezza dei prodotti offerti al consumatore.
Oltre all’ipotesi di “morte come conseguenza di un altro reato”, i pubblici ministeri stanno esaminando con attenzione la possibile violazione delle normative riguardanti la commercializzazione di alimenti nocivi, con un focus specifico sulla responsabilità di tutti gli attori coinvolti, inclusi potenziali omissioni o negligenze da parte di personale medico.
L’attività investigativa si concentra ora sull’analisi del prodotto sequestrato, con l’obiettivo primario di determinare l’estensione della contaminazione: se limitata a specifiche confezioni o se estesa a un numero maggiore di unità presenti in diversi punti vendita.
I Carabinieri del Nas (Nucleo Antisofisticazione e Medicina Preventiva) stanno conducendo scrupolose verifiche per tracciare l’origine del prodotto e identificare eventuali collegamenti tra le confezioni sequestrate e le intossicazioni registrate.
Parallelamente, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza sta eseguendo esami di laboratorio sui campioni prelevati dal food truck sequestrato, al fine di isolare e identificare con precisione l’agente patogeno responsabile.
L’autopsia sulla salma di Luigi di Sarno, attualmente presso l’ospedale di Lagonegro, è stata disposta per accertare con certezza le cause del decesso e fornire elementi utili per la ricostruzione dell’evento.
Le indagini preliminari hanno ricostruito che la vittima, insieme ad altri nove ricoverati in ospedale a Cosenza, aveva consumato un panino presso un food truck a Diamante.
Il successivo peggioramento delle condizioni di salute aveva portato il turista a recarsi presso una clinica privata a Belvedere Marittimo, dove era stato indirizzato verso una struttura ospedaliera più attrezzata.
Durante il viaggio di rientro in Campania, lungo la Fondovalle del Noce, l’uomo era deceduto prima dell’arrivo dell’eliambulanza.
La situazione dei nove ricoverati è definita stabile, pur con la presenza di sette pazienti in terapia intensiva, un bambino in pediatria e un ulteriore persona al pronto soccorso, costantemente monitorati.
A cinque dei ricoverati è stata somministrata l’antitossina botulinica, inizialmente proveniente da Taranto e successivamente da Roma, con ulteriori fiale mantenute a disposizione.
Il ritardo nell’insorgenza dei sintomi, che possono manifestarsi fino a 72 ore dopo l’ingestione, rende necessario un’allerta continua e non esclude la possibilità di nuovi casi, alimentando la preoccupazione per la salute pubblica e richiedendo la massima vigilanza da parte delle autorità sanitarie e delle forze dell’ordine.
L’evento rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di rafforzare i controlli lungo tutta la filiera alimentare e di garantire la massima trasparenza e sicurezza per i consumatori.