Un tragico evento ha scosso la comunità di Crespellano, in provincia di Bologna, dove un cacciatore settantaseienne ha riportato gravi lesioni a una gamba durante un’attività di controllo faunistico autorizzata.
L’episodio, verificatosi nella mattinata di ieri in un’area agricola isolata, solleva interrogativi sulla sicurezza nelle attività venatorie e sulla gestione della fauna selvatica, in particolare per quanto riguarda la popolazione di piccioni, oggetto del piano di contenimento promosso dalla Città Metropolitana di Bologna.
La battuta di caccia, inserita in un protocollo di intervento autorizzato volto a regolare la densità dei piccioni, si è trasformata in una scena drammatica.
Secondo le prime ricostruzioni fornite dai Carabinieri, intervenuti prontamente per i rilievi di legge, l’incidente potrebbe essere stato causato da una combinazione di fattori, non ancora chiariti con certezza.
L’ipotesi più accreditata al momento suggerisce un movimento inatteso, forse un inciampo in terreni irregolari, durante una delle fasi cruciali dell’operazione di caccia, o durante la manipolazione dell’arma da fuoco, in particolare durante la ricarica.
La vicinanza del colpo alla gamba dell’uomo indica una distanza minima, ponendo l’accento sulla necessità di rigorose misure di sicurezza in queste circostanze.
La rapidità di riflessi e la prontezza del cacciatore, nonostante la gravità della ferita, nel dare l’allarme hanno permesso l’intervento tempestivo del 118.
L’uomo è stato trasportato con urgenza al reparto di chirurgia vascolare dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dove un team di specialisti ha eseguito un delicato intervento chirurgico.
La gravità della lesione, che inizialmente metteva a rischio l’integrità dell’arto inferiore, è stata mitigata grazie all’intervento, evitando così l’amputazione.
Nonostante l’esito positivo dell’operazione, le sue condizioni rimangono serie e la prognosi è riservata, stimata in sessanta giorni, con un periodo di monitoraggio costante dell’arto lesionato.
Le indagini condotte dai Carabinieri della compagnia di Borgo Panigale si concentrano ora sulla ricostruzione esatta della dinamica dell’incidente, esaminando attentamente il protocollo di sicurezza adottato durante l’attività di controllo faunistico, le condizioni ambientali del luogo e le procedure di manipolazione dell’arma da fuoco.
L’episodio riapre il dibattito sulla gestione delle popolazioni di piccioni, spesso considerate dannose per l’agricoltura, e sulla necessità di bilanciare l’azione di contenimento con la salvaguardia della sicurezza di coloro che vi partecipano.
Si rende necessario un esame approfondito dei regolamenti e delle misure preventive, al fine di minimizzare il rischio di eventi simili in futuro, garantendo la sicurezza dei cacciatori e la sostenibilità delle pratiche di gestione della fauna selvatica.