La scomparsa di Dante Ragazzi, un uomo di 82 anni legato profondamente alla sua terra bolognese, si è tragicamente conclusa in alta Valtellina.
Il pensionato, noto nella sua comunità per il suo impegno ambientalista e per la sua passione per la ricerca dei funghi, era sparito martedì nei boschi di Aprica, innescando una complessa operazione di ricerca e soccorso che ha mobilitato decine di persone e risorse specializzate.
La scoperta del corpo, avvenuta ad opera dell’equipaggio del Sagf-Soccorso Alpino della Guardia di Finanza durante un sorvolo aereo di un’ampia area montana, pone fine ad una settimana di angosciose attese.
Il corpo senza vita è stato rinvenuto in un punto impervio, in fondo a un dirupo compreso tra il bivacco Aprica e il Dosso Paso, a un’altitudine di circa 2300 metri.
La conformazione del territorio, caratterizzata da ripidi pendii e fitta vegetazione, aveva reso particolarmente difficili le operazioni di ricerca a terra.
La Prefettura di Sondrio, dimostrando una ferma volontà di non abbandonare la speranza, aveva mantenuto attivo il piano di ricerca, impiegando uomini e mezzi in un’azione coordinata e senza interruzioni.
L’intervento aereo del Sagf si è rivelato cruciale, sfruttando la prospettiva aerea per superare le limitazioni della ricerca a livello del suolo.
Attualmente, le operazioni si concentrano sul recupero del corpo, un’operazione delicata e complessa che coinvolge i militari del Sagf, i Vigili del fuoco e il Soccorso Alpino della VII Delegazione di Valtellina e Valchiavenna.
La stazione di Aprica, punto di riferimento per le operazioni di soccorso in alta montagna, sta coordinando le attività.
L’allarme era stato lanciato dalla vicina di casa del pensionato bolognese, vedovo e figura stimata nella sua città per il suo impegno nella tutela dell’ambiente.
La Procura di Sondrio, consapevole della delicatezza del caso e della necessità di accertare le cause della scomparsa, ha delegato gli atti di indagine al luogotenente Christian Maioglio, comandante del Sagf, un professionista esperto in operazioni di soccorso in montagna.
L’evento solleva interrogativi sulla sicurezza nelle aree montane, soprattutto per persone anziane che, pur amando la natura, potrebbero essere più vulnerabili ai rischi legati all’ambiente alpino.
L’episodio, oltre al dolore per la perdita di una persona, riaccende il dibattito sulla necessità di una maggiore consapevolezza e di misure preventive per garantire la sicurezza di chi frequenta le montagne.
La comunità bolognese è sotto shock, piangendo un uomo legato alla natura e alla sua città con un legame profondo e duraturo.