Un’eccezionale perturbazione atmosferica, configuratasi in forma di violente trombe d’aria e grandinate intense, ha inferto un colpo devastante al tessuto agricolo della provincia di Taranto, colpendo duramente aree vitali tra Mottola, Laterza, Crispiano e Castellaneta.
Il bilancio, come denuncia Coldiretti Puglia, si presenta drammatico: vigneti e oliveti, pilastri dell’economia locale e custodi di secolare tradizione, sono stati ridotti a un amaro spettacolo di distruzione.
Non si è trattato di una semplice grandinata o di un temporale intenso.
La forza distruttiva di un vero e proprio tornado ha letteralmente spazzato via intere file di piante, strappando grappoli maturi dai tralci e sradicando giovani alberi.
I pali di sostegno, spesso realizzati con materiali robusti, si sono spezzati come ramoscelli, evidenziando la violenza inaudita dell’evento.
Oltre ai danni diretti alle coltivazioni, il fenomeno ha provocato frane e la rottura di muretti a secco, elementi essenziali per la tenuta del territorio e la prevenzione dell’erosione.
Coldiretti Puglia ha immediatamente attivato un team di agronomi e tecnici per effettuare sopralluoghi e valutare l’entità dei danni, focalizzandosi sulla complessità del recupero e la potenziale perdita di raccolto.
La richiesta è chiara: non si tratta solo di un intervento di emergenza, ma di una strategia a lungo termine per rendere le aziende agricole più resilienti.
Le istanze formulate vanno oltre la semplice assistenza immediata.
Si richiede con urgenza l’approvazione di una legislazione rigorosa che limiti il consumo di suolo, proteggendo così il patrimonio agricolo da ulteriori compromessi.
Parallelamente, è fondamentale l’implementazione di progetti di adeguamento idrogeologico, mirati a mitigare il rischio di frane e allagamenti, e il potenziamento delle polizze assicurative collettive, rese più accessibili attraverso agevolazioni fiscali e contributive.
Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto, sottolinea con forza che questa catastrofe non è un evento isolato, bensì un manifestarsi tangibile del cambiamento climatico in atto.
Il fenomeno non è più una previsione futura, ma una realtà presente che impone una risposta immediata e lungimirante.
È necessario un cambio di paradigma, che integri strumenti normativi efficaci, assicurazioni accessibili e infrastrutture adeguate, per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la continuità della produzione alimentare, pilastro fondamentale per l’economia locale e nazionale.
La resilienza del settore primario è cruciale per assicurare la sicurezza alimentare e preservare il paesaggio agrario, custode di storia, cultura e biodiversità.