Nel cuore dell’Euganea, una serie di effrazioni e rapine ha turbato la quiete delle abitazioni, culminando in un episodio particolarmente violento che ha portato all’arresto di tre cittadini albanesi, sospettati di essere parte di un’organizzazione criminale specializzata in furti in abitazione.
L’episodio scatenante si è verificato nella notte del 10 agosto, quando un’immediata e spaventosa irruzione in un’abitazione di coniugi anziani, in prossimità dell’una di notte, si è trasformata in un’aggressione fisica a seguito del tentativo di resistenza da parte del padrone di casa.
I tre individui, travisati e armati di un piede di porco, hanno intimato la resa ai coniugi che stavano rientrando a casa.
La reazione del padrone di casa, che ha tentato di ostacolare i malviventi, ha innescato una brutale escalation: l’uomo è stato colpito con il piede di porco, atterrato a terra, e ulteriormente aggredito con calci.
Il tentativo di forzare una cassaforte con una mola, sebbene infranto, testimonia la premeditazione e la determinazione del gruppo.
L’inchiesta, già in corso a seguito di una recrudescenza di furti in appartamento nella cintura padovana, ha visto la Squadra Mobile mobilizzare risorse e competenze per tracciare gli spostamenti dei sospettati.
Il controllo di un’abitazione, individuata come punto di convergenza, ha portato alla luce una situazione allarmante: cinque uomini, tre dei quali considerati responsabili diretti della rapina, e un ingente bottino di beni illeciti.
La perquisizione ha rivelato un arsenale da malviventi: guanti tattici, torce ad alta intensità, attrezzi da scasso, borse di lusso, una delle quali recava le iniziali di una vittima precedente, e, soprattutto, una vasta collezione di denaro contante e oggetti di valore stimati in oltre quindicimila euro, probabile frutto di una lunga attività criminale.
La corrispondenza degli strumenti utilizzati, la mola a disco e il piede di porco, con quelli impiegati nell’aggressione ai coniugi anziani, ha fornito un elemento di prova determinante.
I tre individui ritenuti responsabili diretti della rapina sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, con la convalida del GIP che ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Gli altri due, risultati entrati in Italia il giorno precedente, sono stati identificati come potenziali collaboratori, denunciati per concorso in furto e ricettazione, ed espulsi dal territorio nazionale su ordine del Questore di Padova, Marco Odorisio, segnale di un approccio deciso nella lotta alla criminalità transfrontaliera.
L’indagine è tuttora in corso, con l’obiettivo di ricostruire l’intera rete criminale e di quantificare l’estensione dei furti e delle rapine commessi nelle ultime settimane in numerose località padovane e della provincia, tra cui Albignasego, Montegrotto, Campodarsego, Borgoricco e Camposanpiero, evidenziando una strategia criminale organizzata e volta a colpire la vulnerabilità delle abitazioni private.
Il caso solleva interrogativi sull’efficacia dei controlli alle frontiere e sulla necessità di rafforzare la collaborazione tra le forze dell’ordine per contrastare l’insorgenza di gruppi criminali dedicati alla depredazione di case private.