20 maggio 2024 – 10:40
Un gruppo di esperti provenienti da diverse discipline, tra cui ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV, della HeriotWatt University UK, dell’Università di Pisa, dell’Università di Torino e dell’Università di Bari, ha portato avanti un ambizioso progetto finalizzato a valutare in maniera quantitativa il livello di pericolosità legato alle potenziali colate di fango che potrebbero verificarsi nella Piana Campana a seguito della rimobilizzazione dei depositi di caduta e dei flussi piroclastici durante o subito dopo un’eruzione del Vesuvio, simili a quelle subpliniane risalenti al 472 e al 1631 d.C.. Questo studio innovativo è stato finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile DPC e i risultati ottenuti sono stati diffusi attraverso tre articoli correlati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale ‘Solid Earth’, edita dall’European Geophysical Union EGU. Grazie a questa ricerca pionieristica è stato possibile acquisire una maggiore comprensione dei meccanismi che regolano tali fenomeni naturali estremamente pericolosi, offrendo così importanti informazioni utili per la prevenzione e la gestione delle emergenze legate all’attività vulcanica. La collaborazione sinergica tra istituzioni accademiche e enti governativi ha permesso di realizzare uno studio esaustivo e dettagliato che rappresenta un importante passo avanti nel campo della vulcanologia e della protezione civile. Questo approccio interdisciplinare ha consentito di mettere a punto modelli predittivi sempre più precisi ed efficaci per valutare il rischio sismico e vulcanico in aree ad alto potenziale pericolosità, contribuendo così alla salvaguardia delle comunità locali esposte a tali minacce naturali.