15 aprile 2024 – 10:45
L’instabilità geopolitica causata dalle tensioni con l’Iran è un tema che da decenni tiene in allerta i mercati internazionali. Il recente attacco dell’Iran ad Israele ha generato preoccupazioni sul futuro del prezzo del petrolio, sebbene Teheran abbia dichiarato la fine delle ostilità. Secondo esperti come Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, è probabile che il costo del greggio subisca una lieve diminuzione a seguito di questo evento, considerando che i mercati avevano già anticipato l’accaduto e il prezzo era salito a 91 dollari al barile, il massimo dal settembre 2023.Le implicazioni di queste dinamiche si riflettono anche sul settore energetico, con possibili aumenti nei costi della benzina e del gas. Tabarelli prevede un lieve incremento nel prezzo della benzina, che potrebbe raggiungere i 1,93 euro al litro rispetto ai precedenti 1,90 euro. Per quanto riguarda il gas naturale, dopo una fase di calo dei prezzi da due anni fa, si registra ora una tendenza al rialzo verso i 30 euro al MWh, con possibili impatti sulle bollette energetiche dei consumatori europei.Inoltre, l’incertezza geopolitica potrebbe influenzare le decisioni in ambito monetario da parte della BCE e della Fed. Queste istituzioni potrebbero trovare nella situazione attuale un motivo per rimandare eventuali tagli ai tassi di interesse, invocando il timore dell’aumento dell’inflazione.Nonostante le prospettive di un moderato calo dei prezzi legati alle materie prime energetiche nel breve termine, resta sempre presente il rischio di scenari più gravi se l’Iran dovesse compiere azioni militari significative. In tal caso, gli esperti temono che il prezzo del petrolio possa superare i 250 dollari al barile e quello della benzina arrivare a toccare i 3 euro al litro. Queste ipotesi estreme mantengono viva l’incertezza sui mercati e suggeriscono la necessità di monitorare attentamente l’evolversi della situazione internazionale.