lunedì 18 Agosto 2025
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Comunità Ebraica a Milano: Tensioni e Accuse tra Memoria e Politica

La recente ondata di dichiarazioni provenienti da figure apicali della Comunità Ebraica di Milano, in particolare quelle del suo presidente, Tobias Meghnagi, necessitano di una riflessione approfondita e di una risposta chiara da parte delle istituzioni democratiche e della società civile.

Le affermazioni di Meghnagi, che lamentano una presunta carenza di impegno da parte della sinistra nella lotta all’antisemitismo, sollevano interrogativi complessi e rischiano di inasprire le già delicate dinamiche tra la Comunità Ebraica e il panorama politico italiano.
L’Anpi provinciale di Milano, guidata da Primo Minelli, esprime la necessità di una presa di distanza esplicita e inequivocabile da tali posizioni, considerate destabilizzanti e potenzialmente dannose per la coesione sociale.

Il comunicato sottolinea come l’associazione, insieme alle altre forze democratiche milanesi, abbia costantemente investito nella costruzione di un rapporto di fiducia e collaborazione con la Comunità Ebraica, un impegno radicato nella consapevolezza della tragica storia della Shoah, un genocidio perpetrato con una progettazione scientifica e un’esecuzione brutale, resa possibile dall’adesione attiva del regime fascista italiano.
Le leggi razziali del 1938 rappresentano una ferita indelebile nella coscienza nazionale, una macchia che non può essere cancellata e che impone una vigilanza costante contro ogni forma di intolleranza e discriminazione.

Le parole di Meghnagi appaiono, dunque, come un tentativo manipolatorio volto a creare divisioni e a danneggiare il fragile equilibrio costruito nel corso degli anni.

L’accusa di insufficiente impegno nella lotta all’antisemitismo rischia di essere strumentalizzata per isolare la Comunità Ebraica e di creare un clima di sospetto e diffidenza, offrendo un’opportunità di manovra politica per le forze di destra, che faticano a distanziarsi definitivamente dalle radici fasciste.

Particolare preoccupazione desta, inoltre, la tendenza a giustificare, o quantomeno a attenuare, le responsabilità del governo Netanyahu.
Questa posizione, in un momento storico delicato come quello attuale, rischia di offuscare la complessità del conflitto israelo-palestinese e di alimentare tensioni all’interno della comunità ebraica stessa.

Nonostante ciò, è fondamentale riconoscere che le opinioni espresse dal presidente Meghnagi non riflettono necessariamente l’intero spettro di pensiero all’interno della Comunità Ebraica milanese, né tantomeno l’orientamento di tutti gli ebrei che vivono a Milano, indipendentemente dalla loro affiliazione istituzionale.
Un ampio segmento di questa popolazione, profondamente radicato nei valori democratici e nella sensibilità sociale, nutre preoccupazioni simili e rifiuta l’approccio apologetico nei confronti delle politiche del governo israeliano.
È imprescindibile, pertanto, promuovere un dialogo costruttivo e trasparente, basato sul rispetto reciproco e sulla condivisione di valori democratici, per evitare che strumentalizzazioni politiche compromettano la convivenza pacifica e la lotta condivisa contro ogni forma di intolleranza e antisemitismo.

La difesa della memoria della Shoah e la salvaguardia dei diritti di tutte le comunità religiose rappresentano un dovere morale e un imperativo per la salvaguardia della democrazia.

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