18 marzo 2024 – 20:40
I giudici della Prima Corte d’Assise di Roma hanno condannato senza appello la brutale e gratuita violenza fisica inflitta a Giulio Regeni, un giovane ricercatore italiano tragicamente scomparso. Le sofferenze corporali personali inflitte con una ferocia inaudita hanno generato un dolore insostenibile, portando alla morte dell’uomo in modo atroce. Le modalità crude e spietate del sequestro sono state studiate per infliggere terrore e intimidazione, rivelando una mente malvagia e priva di scrupoli.La Procura di Roma ha raccolto dieci elementi incriminanti contro i quattro agenti egiziani coinvolti nel rapimento, tortura e omicidio di Regeni. Dai video della metro del Cairo che mostrano il momento del rapimento ma misteriosamente perdono dieci cruciali minuti, al computer di Regeni che ha svelato dettagli fondamentali sul movente del crimine, fino ai tabulati telefonici che confermano gli spostamenti dei colpevoli. La prova schiacciante della loro colpevolezza è ora sotto gli occhi di tutti.Il sacrificio ingiusto di Giulio Regeni non può restare impunito: la giustizia deve essere fatta per rendere giustizia alla sua memoria e per garantire che simili atti barbarici non si ripetano mai più. L’Italia non può tacere davanti a tanta crudeltà e deve agire con determinazione per assicurare i responsabili alla giustizia internazionale. La comunità internazionale guarda con sgomento a questo caso emblematico di violazione dei diritti umani e chiede una risposta decisa da parte delle autorità competenti.La lotta per la verità e la giustizia per Giulio Regeni è diventata un simbolo della difesa dei diritti umani in tutto il mondo. Il suo sacrificio non sarà dimenticato né vanificato: la sua voce si leva come un grido contro l’ingiustizia e la brutalità, spronando tutti noi a combattere per un mondo più equo e compassionevole. Che il suo ricordo ci guidi nella ricerca della verità e nella battaglia contro l’impunità, affinché nessun’altra famiglia debba mai piangere una perdita così tragica e evitabile.