lunedì 1 Settembre 2025
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Bambino salvato a Parma: un chicco di mais metteva a rischio la vita.

Un evento drammatico, risolto grazie all’abilità e alla tempestività di un team multidisciplinare, ha coinvolto un bambino di due anni e otto mesi proveniente da Piacenza.
Il piccolo, trasportato al pronto soccorso con marcate difficoltà respiratorie, è stato successivamente ricoverato presso l’Ospedale dei Bambini di Parma, dove una complessa broncoscopia ha permesso di rimuovere un corpo estraneo che comprometteva gravemente la funzionalità respiratoria.

La diagnosi, giunta in seguito a precise indagini diagnostiche nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica, ha rivelato la presenza di un chicco di mais – ingerito diversi giorni prima – che ostruiva completamente il bronco principale sinistro, provocando un collasso polmonare completo.

L’apparente banuità dell’episodio iniziale, manifestatasi con tosse e lieve affanno, aveva tranquillizzato i genitori, che non avevano percepito la gravità imminente.

Il chicco, infatti, si era posizionato insidiosamente nelle vie aeree, rappresentando un rischio potenzialmente letale.

L’intervento, descritto dalla Dottoressa Mara Majori, direttrice dell’Unità di Pneumologia ed Endoscopia Toracica di Parma, si è avvalso della broncoscopia rigida, una procedura endoscopica complessa che richiede anestesia generale per garantire l’accesso e la rimozione sicura del corpo estraneo.
La complessità della situazione è stata accentuata dalla necessità di un prolungato supporto ventilatorio meccanico, esteso per quattro giorni, per permettere la completa ripresa della funzionalità polmonare sinistra.

L’evento sottolinea l’importanza cruciale di una rapida diagnosi e di un intervento specialistico in situazioni di ostruzione delle vie aeree, soprattutto nei bambini.
La broncoscopia rigida, spesso impiegata in casi di corpi estranei profondamente posizionati, richiede una competenza specifica e un’adeguata preparazione anestesiologica.
La riuscita dell’operazione è stata il risultato di uno sforzo collaborativo che ha visto coinvolte diverse figure professionali: l’équipe di Anestesia e Rianimazione, il personale infermieristico del Comparto Operatorio e i medici specialisti del reparto di Pneumologia.
Attualmente, il bambino è fuori pericolo e si prevede un suo rapido ritorno a casa, segnando la conclusione di un’esperienza traumatica, ma risolta con successo.

La vicenda evidenzia inoltre come un evento apparentemente innocuo come l’ingestione di un chicco di mais possa trasformarsi in una grave emergenza pediatrica, richiedendo un’azione tempestiva e qualificata.

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