25 marzo 2024 – 13:36
Le critiche rivolte a Piatendosi sono inaccettabili, a mio parere. Il ministro ha agito con la dovuta correttezza. L’ispezione ordinata dal ministero dell’Interno non è finalizzata preventivamente allo scioglimento: si tratta di una verifica necessaria. È una misura che sarebbe stata adottata nei confronti di qualsiasi altro comune, come sottolineato dalla premier durante la firma dell’Accordo sui fondi di coesione e sviluppo con la Regione a Campobasso.Le accuse di strumentalizzazione politica di queste misure vengono respinte categoricamente da Meloni. Non c’è stata alcuna forzatura da parte nostra. Sarebbe stata forzatura se non avessimo disposto un’ispezione come avremmo fatto per qualsiasi altro comune italiano nelle stesse circostanze. La difesa di Meloni nei confronti di Piantedosi giunge mentre al Comune di Bari è arrivata stamattina la commissione d’accesso nominata dal Viminale per valutare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione.La commissione è composta da Claudio Sammartino, prefetto in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore del Servizio centrale operativo della Guardia di Finanza. Sono stati accolti dal segretario generale, l’avvocato Dino Susca, che rappresenta l’autorità istituzionale per le attività d’accesso e hanno successivamente incontrato il sindaco Antonio Decaro.Nel frattempo, dopo la manifestazione tenutasi sabato a Bari contro la mafia e in sostegno del sindaco Antonio Decaro, è scoppiata una polemica relativa a una frase del governatore Michele Emiliano: “Quando ero sindaco di Bari, minacciarono l’assessore Decaro e lo affidai alla sorella del boss”. Un aneddoto che ha suscitato dibattiti e che il presidente della Regione Puglia ha successivamente chiarito durante il corteo dicendo: “La mia frase è stata fraintesa, ho fatto condannare quel boss”.