Nel cuore del paesaggio sardo, un dramma silenzioso si è consumato nei boschi di Uta, nella città metropolitana di Cagliari.
Un maschio di cervo sardo, presumibilmente di età compresa tra i quattro e i cinque anni, è stato brutalmente colpito da un bracconiere, perdendo la sua vita in circostanze tragiche.
La scoperta, avvenuta in località Sa Spindula, ha evidenziato una profonda ferita inferta non solo all’animale, ma all’intera comunità che si impegna nella conservazione della fauna selvatica.
La stazione forestale locale, tempestiva nel suo intervento, ha soccorso l’esemplare, trovandolo in condizioni disperate.
La gravità del quadro clinico era subito evidente: l’arma da fuoco utilizzata, presumibilmente una munizione spezzata, aveva causato lesioni interne significative, compromettendo la stabilità dell’animale.
L’arrivo del veterinario, prontamente mobilitato, si è rivelato cruciale per sedare il cervo, consentendo così il trasporto in sicurezza verso una struttura specializzata.
Il trasferimento al centro per l’allevamento e il recupero della fauna selvatica (Carfs) di Monastir, gestito dall’Agenzia Forestas, rappresentava l’ultima speranza per il cervo.
Nonostante l’immediata assistenza e le cure intensive fornite dal personale medico veterinario, il quadro clinico è rimasto irrimediabilmente compromesso.
La combinazione delle ferite da arma da fuoco, aggravate da un evidente disordine motorio degli arti posteriori, ha determinato un esito fatale: la perdita dell’animale nel pomeriggio seguente.
Questo evento, oltre alla sua intrinseca drammaticità, solleva questioni cruciali relative alla tutela del cervo sardo, una specie endemica e vulnerabile.
La sua sopravvivenza, già minacciata da fattori come la frammentazione dell’habitat, la pressione antropica e i cambiamenti climatici, è ulteriormente compromessa da atti criminali come il bracconaggio.
La perdita di un esemplare adulto, in particolare, ha un impatto significativo sulla struttura demografica e genetica della popolazione.
Il Corpo Forestale dello Stato ha avviato immediatamente un’indagine volta a identificare e perseguire i responsabili di questo atto vile.
L’accertamento delle responsabilità, l’individuazione dei moventi e la quantificazione delle pene previste dalla legge sono passaggi fondamentali per scoraggiare simili comportamenti e proteggere il patrimonio naturalistico sardo.
La collaborazione tra le autorità, le associazioni ambientaliste e la popolazione locale si rivela imprescindibile per contrastare efficacemente il bracconaggio e preservare il futuro del cervo sardo e dell’intera biodiversità dell’isola.
L’episodio funge da monito, ricordando l’importanza di una vigilanza costante e di un impegno condiviso per la salvaguardia del nostro ambiente.