Un’iniziativa di profondo significato umano e sociale sta per concretizzarsi a Manfredonia: un murales dedicato a Giusy Potenza, la giovane vita spezzata tragicamente il 13 novembre 2004.
L’avvocata Innocenza Starace, da anni instancabile sostenitrice dei diritti delle donne e voce per le vittime di violenza, ha promosso questo progetto, volto a restituire alla comunità un simbolo di memoria e speranza.
Il murales, che avrà sede sulle pareti dell’Istituto Magistrale, scuola che Giusy frequentava, si configura come un atto di riappropriazione del ricordo, in opposizione a tentativi di silenziare la sua immagine e la sua storia.
La scelta del luogo non è casuale: rappresenta un legame indissolubile con la sua adolescenza, con le sue aspirazioni, e con la comunità che l’ha accolta.
La realizzazione del murales rappresenta molto più di una semplice opera d’arte murale; è un’affermazione di resilienza, un inno alla rinascita che mira a trasmettere un messaggio potente alle nuove generazioni.
È un monito contro la violenza, un invito a coltivare una cultura del rispetto e della responsabilità.
L’avvocata Starace, in qualità di legale della famiglia Potenza, sottolinea come il progetto si inserisca nel suo impegno costante per la tutela delle donne e per la lotta contro ogni forma di abuso.
Giovanni Potenza, cugino di secondo grado della vittima, attualmente detenuto e in regime di semilibertà dopo una condanna definitiva a trent’anni di reclusione per l’omicidio, rimane una figura centrale in questo dramma.
Il murales, in questa ottica, si pone come un atto di rivendicazione collettiva, un modo per non dimenticare la giovane vita perduta e per onorare la sua memoria.
L’artista Raffaella Fariello, con la collaborazione dell’associazione “La Fenice”, ha raccolto numerose proposte per l’immagine del murales.
La scelta finale, che avverrà in un momento condiviso con la comunità il 3 settembre, sarà l’espressione di un desiderio collettivo, un atto partecipativo che coinvolgerà attivamente i cittadini di Manfredonia.
Si auspica che l’opera diventi un punto di riferimento per la città, un luogo di riflessione, un simbolo di speranza per il futuro, un costante promemoria dell’importanza di proteggere la fragilità e coltivare la giustizia.