22 aprile 2024 – 08:59
Sulla costa del lungomare Cristoforo Colombo, a Villagrazia di Carini, un paese distante 26 chilometri da Palermo, si erge una figura solitaria. Vincenzo Agostino, all’età di 87 anni, continua la sua ricerca incessante di verità per suo figlio, assassinato brutalmente a soli 28 anni presso l’ex civico 699. Questo giovane poliziotto era in realtà un valoroso cacciatore di membri della mafia siciliana, agendo nell’ombra su incarico del giudice Falcone. La sua morte fu spacciata come un omicidio passionale, mentre documenti cruciali scomparvero misteriosamente dalla sua dimora.Il coraggio e la determinazione di Vincenzo Agostino non conoscono confini, nonostante il peso del dolore e delle ingiustizie subite. Persino di fronte alla morte imminente, la giovane Ida Castelluccio sfidò gli assassini con fermezza: “Io so chi siete”, gridò prima di esalare l’ultimo respiro. Questo tragico evento non solo ha segnato la perdita di vite innocenti, ma ha anche rivelato le profonde radici della criminalità organizzata che affligge la Sicilia.Il sacrificio di Nino Agostino non è stato solo contro un individuo, ma è stato un attacco diretto al sistema giudiziario e alla lotta contro la mafia condotta dal coraggioso Falcone. Le parole pronunciate dal giudice al funerale del giovane poliziotto risuonano ancora nell’aria: “Questo omicidio è stato commesso contro di me”. La battaglia per la giustizia e la verità continua a bruciare nel cuore di coloro che hanno perso tutto per mano della malavita.La storia di Vincenzo Agostino e suo figlio Nino rappresenta un simbolo vivido della resistenza e dell’integrità morale contro le forze oscure che minacciano la società civile. Il loro sacrificio non sarà dimenticato e continuerà a ispirare generazioni future a combattere per un mondo più giusto e libero dall’oppressione criminale.
