sabato 23 Agosto 2025
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Trieste

Sequestrato carico di pesce: truffa e rischio per la salute

Un’operazione congiunta, orchestrata dalla Guardia Costiera di Monfalcone, dalla Polizia di Gorizia e dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina, ha portato al sequestro di un consistente carico di prodotti ittici, pesando circa 200 chilogrammi, destinato all’esportazione.

La scoperta, avvenuta durante un controllo mirato sul flusso veicolare autostradale, rivela una pratica illegale volta ad eludere i controlli sanitari e le normative che tutelano la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti.
Il veicolo incriminato, un furgone isotermico presumibilmente destinato a un mercato estero, si è rivelato un vero e proprio “laboratorio” di irregolarità.

L’impianto di refrigerazione, inefficace e disattivato, ha esposto il carico a temperature ambientali elevate, compromettendo irreversibilmente la qualità e la sicurezza dei prodotti.
Il carico, composto prevalentemente da granchi blu – una specie alloctona che ha recentemente colonizzato le coste adriatiche, ponendo sfide ecologiche ed economiche – includeva anche altre specie di pescato.
La merce era nascosta con accorgimenti degni di nota: contenitori improvvisati, coperte e teli utilizzati per occultare il carico, e persino un sofisticato doppio fondo ricavato nel vano posteriore, testimonianza della premeditazione e della volontà di ingannare i controlli.

Le analisi igienico-sanitarie, effettuate dall’ASUGi, hanno evidenziato una serie di non conformità che violano i requisiti fondamentali per la sicurezza alimentare.
Oltre alle temperature inadeguate, sono stati rilevati problemi legati all’utilizzo di imballaggi non idonei, potenzialmente contaminanti e non conformi alle normative europee.

La combinazione di questi fattori ha generato un rischio concreto per la salute pubblica, rendendo la commercializzazione del prodotto assolutamente preclusa.
L’assenza di documentazione di tracciabilità, un requisito legale imprescindibile per qualsiasi prodotto ittico destinato alla vendita, ha ulteriormente aggravato la situazione.

La tracciabilità non è solo una questione burocratica, ma uno strumento essenziale per risalire all’origine del prodotto, verificarne la conformità alle normative e garantire la trasparenza lungo tutta la filiera.

In questo caso, l’impossibilità di ricostruire la catena di approvvigionamento ha impedito qualsiasi tentativo di sanatoria.
L’intero carico è stato immediatamente sequestrato e, sotto stretta supervisione sanitaria, avviato alle procedure di distruzione, per evitare qualsiasi rischio di reintroduzione nel circuito alimentare.
I responsabili dell’illegale trasporto sono stati sanzionati con due ammende amministrative, per un totale di 3.500 euro.

L’episodio sottolinea l’importanza di una vigilanza costante e di controlli rigorosi per contrastare pratiche illegali che mettono a rischio la salute dei consumatori e danneggiano l’economia legale del settore ittico.
L’incremento della presenza di specie alloctone come il granchio blu richiede, inoltre, un approccio integrato che combini controlli sanitari, monitoraggio ambientale e strategie di gestione sostenibile delle risorse marine.

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