lunedì 25 Agosto 2025
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Ondata di Pensionamenti in Molise: Rischio e Sfide per il Futuro

Il Molise si appresta a fronteggiare una ondata di pensionamenti che, entro la fine del decennio, trasformerà significativamente il tessuto socio-economico regionale.

Una proiezione elaborata dalla Cgia di Mestre, basata sui dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e in collaborazione con il Ministero del Lavoro, stima che circa 13.800 lavoratori molisani lasceranno il mondo del lavoro entro il 2029.

Questa cifra, puramente indicativa, sottolinea l’imminenza di una transizione generazionale di notevoli dimensioni, con implicazioni profonde per la produttività, l’innovazione e la sostenibilità del sistema pensionistico.

Un aspetto cruciale è la composizione di questo flusso pensionistico.

La stragrande maggioranza, precisamente il 38,4% del totale (circa 5.300 persone), proviene dal settore privato.

Questo dato evidenzia la vulnerabilità delle aziende molisane, particolarmente quelle di piccole e medie dimensioni, che si troveranno a dover sostituire una quota rilevante di personale esperto e specializzato.

La perdita di questo capitale umano, accumulato nel corso di anni di esperienza, rappresenta una sfida complessa, che richiederà investimenti mirati in formazione e sviluppo delle nuove risorse.

È importante sottolineare che il pensionamento per vecchiaia è la causa principale di questo fenomeno, ma non l’unica.
Un numero minore di lavoratori lascerà il mondo del lavoro per motivi diversi: dimissioni volontarie, licenziamenti, scelte migratorie verso l’estero, o mutamenti nella forma contrattuale, che vedranno un passaggio dal lavoro dipendente a quello autonomo, o viceversa.
Queste situazioni, seppur meno diffuse, contribuiscono ad accentuare la complessità del quadro demografico e del mercato del lavoro regionale.
Il Molise si distingue a livello nazionale per la sua popolazione attiva più “matura”.
Con un indice di anzianità dei dipendenti privati pari all’81,2%, la regione si posiziona al terzo posto tra le più “invecchiate” d’Italia, subito dopo Basilicata (82,7%) e Sardegna (82,2%).

Questo dato, di per sé, riflette una serie di fattori storici, economici e sociali, tra cui una bassa natalità, un tasso di migrazione giovanile elevato e una struttura aziendale caratterizzata da una prevalenza di imprese a conduzione familiare, dove il passaggio generazionale spesso si protrae nel tempo.

La gestione di questa ondata di pensionamenti richiederà quindi un approccio strategico e proattivo da parte delle istituzioni, delle imprese e dei sindacati.

È necessario promuovere politiche attive del lavoro che favoriscano il ricambio generazionale, incentivando l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e offrendo opportunità di formazione continua per i lavoratori più anziani.

Allo stesso tempo, è fondamentale sostenere le imprese molisane, fornendo loro strumenti e risorse per affrontare le sfide legate alla perdita di competenze e alla necessità di attrarre e trattenere talenti.

In definitiva, la transizione demografica in atto nel Molise rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per rilanciare l’economia regionale e costruire un futuro più prospero e sostenibile.

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