mercoledì 27 Agosto 2025
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Etna: Eruzione Complessa, Flussi Lavici e Aumento del Tremore

L’attività vulcanica sull’Etna continua a manifestarsi con un quadro complesso e dinamico, caratterizzato da effusione lavica, attività stromboliana e sismicità persistente.
Le emissioni laviche si concentrano principalmente lungo i fianchi meridionali del vulcano, alimentate da diverse aperture crateriche distribuite ad altitudini comprese tra 2.980 e 3.200 metri.
In particolare, un flusso lavico originato da una bocca situata a 2.980 metri si estende in direzione sud-ovest, mentre un altro, proveniente da una frattura a 3.100 metri, alimenta un campo lavico in rapida evoluzione.

Un ulteriore punto di effusione, a 3.200 metri sul fianco meridionale del Cratere di Sud-Est, produce un sistema di colate laviche ramificate, dirette prevalentemente verso sud-ovest e sud.

La morfologia di queste colate, con i loro diversi bracci, testimonia un’interazione complessa tra la pressione magmatica e la geologia locale, determinando percorsi differenti.
Parallelamente all’effusione, il Cratere di Sud-Est mantiene un’attività stromboliana, caratterizzata da esplosioni di materiale piroclastico che si disperdono al di fuori del cratere stesso.

Queste eruzioni, seppur di intensità variabile, contribuiscono alla formazione di depositi piroclastici che modificano il paesaggio vulcanico.

Si registrano inoltre emissioni sporadiche di cenere, rapidamente diluite dai venti in quota, evidenziando un coinvolgimento dell’atmosfera nell’evoluzione dell’evento.
Dal punto di vista sismico, dopo una fase di diminuzione, l’ampiezza del tremore vulcaniano ha ripreso ad aumentare a partire dalle 23:30 di ieri, indicando un incremento dell’instabilità magmatica in profondità.
Il centroide delle sorgenti di questo tremore, che riflette il movimento del magma, rimane localizzato nell’area del Cratere di Sud-Est, ad una quota di circa 3.000 metri.

L’attività infrasonica, monitorata per rilevare vibrazioni a bassa frequenza, mostra un andamento meno intenso rispetto alle ore precedenti, pur mantenendo una discontinuità tipica dell’attività vulcanica.
La localizzazione degli eventi sismici di bassa e media magnitudo conferma l’epicentro nell’area del Cratere di Sud-Est.

Le reti di posizionamento geodetico (Gnss) e i clinometri, strumenti che misurano la deformazione del terreno, non rilevano al momento variazioni significative nella forma del vulcano, suggerendo un equilibrio dinamico tra le forze interne ed esterne.
I dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania sono stati verificati sul campo da personale del Corpo Forestale Regionale, che ha effettuato un sopralluogo lungo un percorso tracciato in collaborazione con guide alpine e vulcanologiche.
Questo percorso, attentamente progettato per evitare zone a rischio, rispetta scrupolosamente i limiti della “zona gialla”, area a pericolosità permanente.
Durante il sopralluogo, è stato riscontrato un regolare flusso di escursionisti sotto la supervisione di guide autorizzate.

Nonostante ciò, tre persone sono state identificate per aver raggiunto la zona della colata lavica senza l’accompagnamento di guide, in violazione delle norme di sicurezza vigenti, evidenziando la necessità di un costante monitoraggio e sensibilizzazione del pubblico.

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