Una luce di speranza si accende nell’orizzonte della lotta contro il glioblastoma, una delle neoplasie cerebrali più insidiose e terapeuticamente ostili.
Ricercatori dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, guidati dalla dottoressa Serena Pellegatta, hanno sviluppato un approccio terapeutico innovativo, descritto in un articolo pubblicato su *Nature Communications*, che mobilita il potere intrinseco del sistema immunitario del paziente per contrastare la malattia.
Il glioblastoma si caratterizza per la sua elevata aggressività, la rapida progressione e la scarsa risposta alle terapie convenzionali.
Un elemento chiave della sua resilienza risiede nella capacità di eludere la sorveglianza immunitaria, creando un microambiente tumorale immunosuppressivo che disattiva le cellule del sistema immunitario.
L’approccio innovativo del Besta si concentra proprio su queste cellule, i linfociti T infiltranti il tumore (TIL).
Questi linfociti, pur presenti all’interno del tessuto tumorale, sono spesso in numero insufficiente e presentano un grado di esaurimento funzionale che ne compromette l’efficacia.
La tecnica sviluppata si basa su un processo sofisticato: una biopsia del tessuto tumorale viene prelevata dal paziente e, in laboratorio, i linfociti T infiltranti vengono isolati e amplificati, ovvero sottoposti a un processo di espansione cellulare che ne aumenta significativamente il numero.
Questi “tr-TIL” (tumor-infiltrating lymphocytes), una volta potenziati, vengono poi reinfusi nel paziente.
I risultati preliminari ottenuti su modelli animali sono estremamente incoraggianti.
La somministrazione dei tr-TIL espansi ha determinato un rallentamento della crescita tumorale nel 70% degli animali trattati, accompagnato da un aumento significativo della sopravvivenza.
Questo successo in vitro suggerisce un potenziale terapeutico considerevole, ma sottolinea anche la necessità di confermare questi dati in studi clinici sull’uomo.
Per rendere questa promettente terapia accessibile ai pazienti, il protocollo è stato rigorosamente adattato alle Good Manufacturing Practices (GMP), standard internazionali che garantiscono la qualità e la sicurezza dei prodotti biomedici.
Il prossimo passo fondamentale è l’avvio dello studio clinico ReacTIL, un trial clinico di fase I/II progettato per valutare la sicurezza e l’efficacia di questa terapia personalizzata in pazienti affetti da glioblastoma.
L’approccio terapeutico sviluppato al Besta non solo rappresenta un progresso significativo nella lotta contro il glioblastoma, ma incarna anche un cambiamento di paradigma nell’oncologia.
Invece di concentrarsi esclusivamente sull’eliminazione diretta delle cellule tumorali, questa strategia mira a riattivare il sistema immunitario, sfruttando le sue capacità intrinseche per riconoscere e distruggere la malattia.
Se i risultati di ReacTIL confermeranno queste prime osservazioni, si aprirà la strada a una nuova era di terapie personalizzate, offrendo a pazienti affetti da glioblastoma una speranza concreta e affrontando una delle sfide più ardue nel campo dell’oncologia.
La ricerca non si limita a trattare il tumore, ma a potenziare le difese naturali dell’organismo, aprendo nuove prospettive per il futuro della medicina.