Nel cuore pulsante del Parco Archeologico di Taormina, un dialogo inatteso e profondo si materializza con l’inaugurazione di “Gesti scolpiti”, la mostra personale dello scultore contemporaneo Jago.
L’evento, aperto al pubblico mercoledì 3 settembre alle ore 19 presso il maestoso Teatro Antico, promette di essere un’esperienza immersiva che fonde l’arte contemporanea con la stratificazione millenaria della storia siciliana.
La serata inaugurale, animata dalla presenza dell’artista e delle figure istituzionali, sarà arricchita dalla proiezione anticipata di un documentario che ripercorre il viaggio simbolico della scultura “David”, un’opera che ha catturato l’attenzione del mondo a causa di controversie legate alla piattaforma Meta e che ha navigato come ambasciatrice culturale a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, giungendo a depositare il suo significato tra queste vestigia di un passato glorioso.
Organizzata da Aditus e Civita Sicilia, con il sostegno di Bam, “Gesti scolpiti” presenta un nucleo di quattro opere emblematiche del percorso artistico di Jago: “Impronta Animale” (2012), “Memoria” (2015), “Prigione” (2016) e l’inedita “David” (2024), un bronzo dorato che svetta sulle tribune del Teatro Antico, creando un contrasto visivo e concettuale di straordinaria potenza.
Le prime tre sculture, realizzate con la nobiltà del marmo statuario, esplorano il tema della mano – fulcro dell’azione, strumento di creazione, segno tangibile dell’identità individuale – esaltandone la forza espressiva e la capacità di connettere l’uomo al mondo.
“David,” invece, si erge come culmine di questa riflessione, incarnando un’energia vitale e una resilienza che si traducono in una postura audace e un’iconografia potente.
Il viaggio di “David” – un percorso che l’ha vista confrontarsi con culture e orizzonti diversi a bordo della Amerigo Vespucci – amplifica il suo significato, conferendole un valore simbolico che trascende la semplice rappresentazione artistica.
Jago, con maestria, si inserisce nel solco della tradizione scultorea, reinterpretando il mito di David e Golia non come un racconto di guerra e vendetta, ma come una metafora del coraggio, della lotta per la libertà e della capacità di superare gli ostacoli.
L’influenza dell’iconografia classica è evidente, pur venendo filtrata attraverso la sensibilità contemporanea dell’artista, che ne giunge a creare un’opera profondamente attuale.
La genesi di “David” affonda le radici nel 2021, quando un primo bozzetto in argilla diede vita a un’idea che si è progressivamente evoluta, passando attraverso numerose iterazioni in argilla e gesso, fino a raggiungere la forma definitiva tradotta in bronzo con l’antica e preziosa tecnica della fusione a cera persa.
Un’ulteriore testimonianza del virtuosismo dell’artista è rappresentata dal progetto di una versione monumentale in marmo di Carrara, alta oltre quattro metri, che si preannuncia come una pietra miliare del suo percorso creativo, una sfida ambiziosa che lo vedrà impegnato in un’impresa di eccezionale portata artistica e tecnica.
L’esposizione si configura, dunque, come un’occasione unica per contemplare la maestria di Jago e per riflettere, in un contesto storico e culturale di straordinaria suggestione, sui temi universali dell’esistenza umana.