“Revoca passaporti attivisti: Hong Kong contro la sicurezza nazionale”

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Hong Kong ha recentemente revocato i passaporti di sei attivisti democratici che si sono rifugiati nel Regno Unito, definendoli come “criminali ricercati senza legge”. Questa decisione segue il precedente del 2023, quando le autorità avevano emesso taglie da 1 milione di dollari di Hong Kong per ciascuno dei 13 attivisti fuggiti all’estero, accusati di minacciare la sicurezza nazionale. Tra i sei attivisti ora nel mirino ci sono l’ex deputato Nathan Law, il sindacalista Mung Siu-tat e gli attivisti Simon Cheng, Finn Lau, Fok Ka-chi e Choi Ming-da. Sono stati accusati di continuare a mettere in pericolo la sicurezza nazionale e affrontano gravi accuse legate alla secessione, alla sovversione e alla collusione straniera, reati punibili con il carcere a vita. Le autorità di Hong Kong hanno invocato la legge sulla sicurezza nazionale approvata dal LegCo locale come base giuridica per revocare i passaporti degli attivisti e hanno avvertito che chiunque offra sostegno ai fuggitivi rischia fino a sette anni di prigione. Questa mossa arriva in un contesto teso, segnato dall’anniversario di un violento scontro tra manifestanti e polizia nel 2019 che ha scosso Hong Kong. Le taglie sui 13 attivisti sono state condannate duramente da Stati Uniti e Gran Bretagna, che le hanno definite una minaccia alla democrazia e ai diritti umani fondamentali. Il governatore della città John Lee ha dichiarato che gli attivisti ricercati saranno perseguiti a vita e li ha esortati a costituirsi. La stretta da parte di Pechino su Hong Kong è iniziata nel 2020 con l’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale, che ha cambiato radicalmente la società dell’ex colonia e annullato le protezioni legali tra la città e la Cina, permettendo alle autorità di perseguire persone accusate in tutto il mondo.

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