In concomitanza con il prestigioso Leone d’Oro alla carriera conferito a Werner Herzog alla Mostra del Cinema di Venezia, la Cineteca di Bologna, con il contributo di Viggo, offre al pubblico una retrospettiva straordinaria: sei capolavori restaurati che illuminano una fase cruciale della sua parabola cinematografica, affiancati dal documentario iconico “Burden of Dreams”, opera di Les Blank che svela il dietro le quinte tumultuoso di “Fitzcarraldo”.
L’iniziativa, a partire dall’8 settembre, propone un viaggio attraverso il decennio 1972-1982, un’epoca di fervore creativo in cui Herzog definì un approccio cinematografico profondamente personale e radicale.
I film selezionati – “Aguirre, furore di Dio” (1972), “L’enigma di Kaspar Hauser” (1974), “La ballata di Stroszek” (1977), “Woyzek” (1979), “Nosferatu, il principe della notte” (1979) e “Fitzcarraldo” (1982) – non rappresentano un semplice omaggio, ma un’immersione nell’estetica e nella filosofia di un autore che ha costantemente sfidato le convenzioni.
Questi film testimoniano una visione del cinema come esplorazione esistenziale, un’indagine appassionata sull’uomo e il suo rapporto con l’abisso, sia interiore che geografico.
Herzog non si limita a narrare storie; le incarna, le vive, le fa emergere da un terreno fertile di ossessioni, miti e verità scomode.
La sua cinepresa non è uno strumento di mera rappresentazione, ma un prolungamento del suo sguardo, capace di cogliere l’invisibile, di scandagliare le profondità dell’animo umano.
A distanza di oltre cinquant’anni dal suo esordio, Herzog si erge come una voce inconfondibile, un narratore libero da vincoli e convenzioni, un pensatore che ha superato i confini tra finzione e documentario.
La sua opera trascende le categorie, offrendo al pubblico un’esperienza sensoriale ed intellettuale intensa e provocatoria.
Lungi dall’aderire a modelli produttivi standardizzati, Herzog ha sempre perseguito la propria visione, raccontando storie che sfidano le aspettative e producendo sguardi che rivoluzionano la percezione della realtà.
Questa retrospettiva offre, inoltre, un’opportunità unica per riscoprire il carisma magnetico e la complessità interpretativa di Klaus Kinski, attore iconico del cinema herzogiano, presente in maniera fulgida in quattro dei film presentati: “Aguirre”, “Woyzek”, “Nosferatu” e “Fitzcarraldo”.
La loro collaborazione, spesso tormentata, ha dato vita ad alcune delle sequenze più intense e memorabili della storia del cinema, incarnando un’energia creativa potente e disturbante.
La mostra non è semplicemente una retrospettiva, ma un invito ad addentrarsi nel cuore di un universo cinematografico ricco di suggestioni e interrogativi, un viaggio attraverso l’opera di un autore che ha saputo trasformare il cinema in un atto di coraggio intellettuale e artistico.