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Marche, decimo posto nel femminicidio: un’indagine culturale.

Le Marche, con una incidenza del 4,3% sui femminicidi denunciati a livello nazionale fino all’8 agosto, si posizionano al decimo posto nella graduatoria delle regioni italiane più colpite da questo drammatico fenomeno.
I dati, elaborati dall’Osservatorio nazionale “Non una di meno” sulla base di 60 casi di violenza omicida perpetrata da uomini, rivelano un quadro complesso che trascende la semplice collocazione geografica.

Questo dato, emerso durante l’evento “La carica delle 32” a Rapagnano (Fermo), assume un significato più profondo se contestualizzato nell’ambito di un’iniziativa nata per decifrare le radici culturali e sociali che alimentano la violenza di genere.
“La carica delle 32” non è solo una tappa di un tour informativo, ma un laboratorio di ascolto e riflessione, un tentativo di comprendere le dinamiche sottostanti che portano alla tragica perdita di vite umane.

L’evento, culminato nel primo talk regionale a tappe il 29 agosto presso il Teatro comunale, ha rappresentato un momento cruciale per raccogliere testimonianze dirette di donne che hanno subito violenza, di familiari di vittime, di professionisti del settore (psicologi, avvocati, forze dell’ordine) e di rappresentanti delle istituzioni.
Il dato delle Marche, pur se indicativo, non deve essere interpretato isolatamente.
È necessario analizzare i fattori specifici che contribuiscono a questa incidenza, che possono includere elementi socio-economici, modelli culturali radicati, difficoltà di accesso a servizi di supporto e, non ultimo, la sottovalutazione o la negazione della violenza di genere.

L’iniziativa “La carica delle 32” sottolinea l’urgenza di un approccio multidisciplinare per affrontare il problema.
Non si tratta solo di punire i colpevoli, ma soprattutto di prevenire la violenza attraverso l’educazione, la sensibilizzazione e la promozione di una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

Il dialogo aperto e la condivisione di esperienze, come quelle raccolte durante il talk, sono strumenti essenziali per abbattere gli stereotipi, decostruire i ruoli di genere tradizionali e offrire alle donne percorsi di uscita dalla violenza, garantendo loro sicurezza e supporto psicologico.
La sfida per le Marche, come per l’intero Paese, è trasformare questo dato allarmante in un’opportunità per un cambiamento profondo e duraturo, promuovendo una società più giusta, equa e libera dalla violenza di genere, dove ogni donna possa vivere una vita dignitosa e sicura.
È necessario un impegno concreto da parte di istituzioni, associazioni e cittadini per costruire un futuro in cui il femminicidio non sia più una tragica realtà.

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