19 giugno 2024 – 09:30
Nel romanzo “Si gira” dell’autore siciliano pubblicato nel lontano 1916, si narra la storia di Serafino, un abile operatore cinematografico che svolge la propria attività in una rinomata casa di produzione situata nella vivace Roma. Attraverso la forma del diario, l’autore Luigi Pirandello dipinge un affresco avvincente e allo stesso tempo inquietante sull’impatto della macchina cinematografica nell’ambito umano. Serafino diventa il simbolo dell’uomo moderno costretto a piegarsi alle regole e alle logiche della tecnologia, perdendo via via il contatto con la propria umanità. La scena finale, carica di tensione e drammaticità, vede l’operatore riprendere meccanicamente con la sua cinepresa la tragica morte dei due attori protagonisti: uno di loro viene selvaggiamente dilaniato da una tigre feroce.In quel momento culminante, Serafino resta mutolito per lo shock subìto, incapace di esprimere emozioni o comunicare con il mondo circostante. È come se la macchina avesse assorbito completamente la sua essenza, trasformandolo in un automa privo di sentimenti e sensibilità. Pirandello mette così in scena una profonda riflessione sull’alienazione dell’individuo nella società moderna dominata dalla tecnologia e sul prezzo da pagare per sacrificare la propria umanità sull’altare del progresso.