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Intossicazione Alimentare: Bar Chiuso, 13 Intossicati e Pesce Sequestrato

Un episodio di grave intossicazione alimentare ha temporaneamente interrotto l’attività di un bar-ristorante locale, a seguito di un evento che ha coinvolto tredici persone, manifestando i tipici sintomi della sindrome sgombroide.
L’intervento dei Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS), immediatamente attuato, ha comportato la sospensione cautelativa della somministrazione di alimenti in attesa di un’analisi approfondita dei fatti.

La sindrome sgombroide, come noto, è una reazione tossica scatenata dall’ingestione di istamina, una sostanza presente in alcuni pesci, soprattutto se conservati impropriamente.
In questo caso, il tonno, ingrediente chiave dei pasti consumati, sembra essere stato il vettore dell’intossicazione.
L’ispezione del locale, condotta congiuntamente dai militari dell’Arma e dal personale dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL), ha rivelato significative irregolarità.
In particolare, è stata identificata un’area di stoccaggio alimentare non autorizzata e non comunicata alle autorità competenti, suggerendo una potenziale violazione delle normative igienico-sanitarie.

Quattro porzioni di polpo sono state sequestrate e inviate a laboratori specializzati per analisi dettagliate, necessarie per determinare con precisione le cause dell’intossicazione e identificare eventuali altri contaminanti.

L’indagine, che si configura come un’operazione complessa e articolata, ha esteso la sua attenzione all’intera filiera di approvvigionamento del pesce, tracciando il percorso del prodotto a partire dal bar-ristorante fino al centro di distribuzione situato nella zona industriale di Macchiareddu.

In questo secondo punto, i Carabinieri hanno proceduto al sequestro di ben 36 chili di prodotti ittici, aprendo la strada a un’analisi approfondita delle condizioni di conservazione e delle pratiche igieniche adottate.
Al di là dell’immediata gestione dell’emergenza, le indagini sono focalizzate sulla ricostruzione completa della dinamica degli eventi, con l’obiettivo di individuare eventuali responsabilità e di verificare la conformità dell’intera catena alimentare.

La salute pubblica è prioritaria e le autorità si impegnano a garantire la sicurezza dei prodotti offerti sul mercato.

Fortunatamente, le condizioni dei tredici intossicati, pur richiedendo in alcuni casi un periodo di osservazione ospedaliera, non destano particolari preoccupazioni.

Molti pazienti sono già stati dimessi e hanno fatto ritorno alle proprie abitazioni, ma la vicenda solleva interrogativi cruciali sulla corretta applicazione delle normative in materia di sicurezza alimentare e sulla necessità di una maggiore vigilanza lungo tutta la filiera, dalla pesca alla trasformazione, fino alla distribuzione ai consumatori.
Il caso evidenzia, inoltre, l’importanza della formazione del personale addetto alla manipolazione degli alimenti e della consapevolezza dei rischi legati alla conservazione impropria dei prodotti ittici.

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