venerdì 5 Settembre 2025
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Precariato Docenti in Trentino: Emergenza e Proposte

Il sistema scolastico trentino si trova ad affrontare una sfida complessa, caratterizzata da un tasso di precariato docente significativamente elevato – stimato in circa un quarto del corpo insegnante – e da un crescente numero di cattedre vacanti, persino in posizioni destinate al tempo indeterminato.

Questa situazione, descritta dalla Flc Cgil come priva di prospettive di risoluzione a breve termine, solleva interrogativi profondi sulla sostenibilità del modello attuale e sulla necessità di interventi strutturali.
La problematica del precariato, sebbene intrinsecamente legata a fattori come aspettative, congedi e vincoli temporanei, non può essere considerata l’unica causa della carenza di personale.

Il nodo cruciale risiede nelle cattedre che, pur risultando potenzialmente disponibili, rimangono sprovviste di titolari.

La Cgil propone una soluzione pragmatica e urgente: anticipare l’avvio del sistema di chiamata unica, attualmente in corso, all’ultima decade di agosto.

Questa mossa, con un costo stimato tra i due e i due milioni e mezzo di euro, consentirebbe ai docenti precari di iniziare l’anno scolastico con la certezza del servizio, evitando penalizzazioni retributive e contributive.

L’imminente necessità di coprire circa 1.800 posti di supplenza, come evidenziato dai dati provinciali, esacerba ulteriormente la criticità.
La carenza di candidati qualificati nelle graduatorie esistenti rende imprescindibile l’organizzazione di nuovi concorsi.
L’opportunità di introdurre concorsi ordinari, in linea con le pratiche nazionali, precedentemente proposta nella primavera del 2024, fu respinta, segnando un punto di svolta.

L’iniziativa successiva, un piano triennale di assunzioni attraverso concorsi straordinari riservati agli abilitati, si è rivelata insufficiente a risolvere il problema di fondo.

Le rassicurazioni provenienti dal Dipartimento e dalla Sovrintendenza, che garantiscono la copertura di tutti i posti vacanti, risultano insufficienti a dissipare l’incertezza sul *quando* e sul *come* ciò avverrà.
La questione non si limita alla mera copertura dei posti vacanti.

Riguarda la qualità dell’offerta formativa, la continuità didattica e la stabilità del corpo docente.

Il precariato cronico incide negativamente sulla motivazione degli insegnanti, sulla loro capacità di progettazione a lungo termine e sul rapporto con gli studenti.

Si tratta di un circolo vizioso che richiede un approccio sistemico e una visione strategica per il futuro della scuola trentina.

È necessario superare la logica del “tappabuchi” e investire in un sistema di reclutamento stabile e meritocratico, che attragga i migliori talenti e garantisca una classe docente preparata e motivata.
La sfida è complessa, ma la posta in gioco – il futuro dei nostri ragazzi – è troppo alta per non affrontarla con determinazione e lungimiranza.

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