Un’operazione complessa e delicata ha recentemente coinvolto il canale artificiale che collega La Loggia a Moncalieri, gestito da Iren, richiedendo un intervento di svuotamento temporaneo e il trasferimento dell’ittiofauna presente nel fiume Po.
L’attività, coordinata dalla Città Metropolitana di Torino e supportata da un team di guardie ittiche volontarie, membri dell’Unione Consigli di Valle dei Pescatori di Torino, ha rappresentato non solo un’azione di tutela ambientale, ma anche un’occasione per rimuovere rifiuti abbandonati, evidenziando la persistente problematica dell’inquinamento antropico in ambienti fluviali.
La cosiddetta “messa in secca” si rivela un passaggio cruciale per la manutenzione programmata di questo corso d’acqua artificiale, essenziale per garantire la sua funzionalità e la salvaguardia della biodiversità che ospita.
Durante il trasferimento, sono stati recuperati numerosi esemplari di diverse specie, tra cui barbi, cobiti e alborelle, prontamente rilasciati nelle acque del Po per ricongiungersi al loro habitat naturale.
Un aspetto particolarmente significativo è stato la gestione dei siluri, una specie allogena e predatoria, presente in numero considerevole (circa 350 esemplari di piccola taglia).
Data la loro natura invasiva e l’impatto negativo che possono avere sugli ecosistemi locali, questi pesci non sono stati reintrodotti nel Po.
Invece, sono stati affidati a un’azienda specializzata nella produzione di farine per l’alimentazione di animali da compagnia, dando loro una seconda vita in un contesto controllato.
L’intervento ha svelato, inoltre, una situazione preoccupante in termini di illegalità e degrado ambientale.
Tra i rifiuti recuperati, è stata rinvenuta una parte significativa dello sportello di un bancomat, presumibilmente asportato in circostanze illecite, a testimonianza della difficoltà di controllo e della necessità di rafforzare la vigilanza sul territorio.
Alessandro Sicchiero, consigliere metropolitano delegato all’ambiente, sottolinea l’importanza di queste operazioni, che si ripetono con una frequenza di oltre 100 interventi all’anno.
Il lavoro, imposto dalla legge regionale 37 del 2006, non si limita al mero trasferimento della fauna ittica, ma comprende un’analisi approfondita delle condizioni ambientali, un monitoraggio costante della qualità dell’acqua e un impegno attivo nella prevenzione dell’inquinamento.
L’azione congiunta tra la Città Metropolitana, le guardie ittiche volontarie e Iren si configura come un modello virtuoso per la gestione sostenibile delle risorse idriche e la tutela della biodiversità, un esempio di come la collaborazione tra enti pubblici e associazioni di volontariato possa portare a risultati concreti a favore dell’ambiente e della collettività.
La delicatezza dell’intervento evidenzia, infine, la necessità di una maggiore consapevolezza civica e di un impegno collettivo per contrastare l’abbandono di rifiuti e le attività illegali che minacciano la salute degli ecosistemi fluviali.