La vicenda legata all’Under 14 del torneo Super Oscar ha scosso la comunità calcistica piemontese, culminando in sanzioni severe da parte del giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti, Roberta Lapa.
L’episodio, avvenuto al termine della partita Volpiano Pianese – Carmagnola, ha visto il coinvolgimento di un genitore appartenente alla tifoseria del Carmagnola e di un giocatore del Volpiano Pianese, sfociando in una rissa che ha sollevato un’ondata di preoccupazione e sdegno.
La decisione di squalificare il portiere del Volpiano Pianese per un anno, unitamente ad altre misure disciplinari per un giocatore del Carmagnola, non rappresenta una semplice risposta a un atto di violenza, ma un atto simbolico volto a riaffermare i valori fondamentali dello sport giovanile.
La gravità delle azioni compiute da giovani atleti, che dovrebbero incarnare principi di lealtà, rispetto e fair play, è considerata una profonda ferita all’etica sportiva.
Questo incidente pone l’accento su un problema più ampio: la crescente pressione e la scarsa gestione delle emozioni nel calcio giovanile, che possono portare a comportamenti inaccettabili, sia da parte degli atleti che degli adulti presenti.
La figura del genitore, che dovrebbe essere un punto di riferimento positivo e un esempio di comportamento corretto, si è, in questo caso, rivelata compromessa, minando la fiducia e l’integrità dell’ambiente sportivo.
La sentenza del giudice Lapa mira a fungere da monito per tutti gli attori coinvolti nel mondo del calcio giovanile: giocatori, allenatori, dirigenti, genitori e tifosi.
È imperativo promuovere una cultura sportiva basata sul rispetto, l’educazione e la consapevolezza delle proprie responsabilità.
Il calcio, in questa fase cruciale della crescita personale e sociale dei giovani, deve restare un luogo di crescita, di inclusione e di divertimento, lontano da dinamiche violente e comportamenti inadeguati.
La riabilitazione e l’educazione, più delle punizioni, dovrebbero essere al centro dell’attenzione, affinché simili episodi non si ripetano e il calcio torni ad essere un veicolo di valori positivi per le nuove generazioni.
La vicenda, purtroppo, riemerge come un campanello d’allarme urgente per un ripensamento profondo del ruolo dello sport nella società contemporanea.