Il Tribunale per le Misure di Prevenzione di Venezia ha disposto un articolato sequestro preventivo, coordinato dalla Procura, su impulso del Questore di Padova, Marco Odorisio, colpendo un patrimonio stimato in circa 380.000 euro.
L’operazione, concretizzata dagli agenti della Divisione Anticrimine e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, ha interessato tre individui con una storia criminale pregna di condanne, sottoposti altresì a regime di sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza.
L’indagine, complessa e approfondita, ha svelato una struttura patrimoniale opaca, tessuta attorno a persone di etnia Rom, già note alle autorità per reati che spaziano dalle lesioni personali al furto, con particolare attenzione a quelli contro il patrimonio.
L’analisi patrimoniale ha identificato una rete di beni immobiliari – fabbricati, terreni e persino aree edificabili – dislocati nelle province di Padova, Rovigo, Treviso e Venezia.
Questi immobili, intestati a prestanome, risultano essere di fatto controllati e gestiti dalle persone oggetto delle misure cautelari, presumibilmente frutto di attività illecite.
Il provvedimento di sequestro si articola in due distinte sezioni: la prima colpisce tre fabbricati e altrettanti terreni già confiscati in precedenza, segno di una persistenza e reiterazione di comportamenti criminali.
La seconda sezione interessa un immobile residenziale, due terreni agricoli, una abitazione mobile (caravan), un box auto, somme di denaro contante e sofisticati gioielli.
I destinatari delle misure sono due coniugi e la madre della moglie, identificati come socialmente pericolosi in base ai parametri definiti dal Codice delle Misure di Prevenzione, comunemente noto come “Codice Antimafia”.
Il marito, trentottenne, vanta un curriculum giudiziario particolarmente gravoso, caratterizzato da un numero significativo di condanne.
La moglie, trentatreenne, percepisce un assegno di reddito di cittadinanza, un dato che evidenzia le complesse intersezioni tra vulnerabilità sociale e devianza.
Un episodio particolarmente eclatante che ha portato all’emissione delle ordinanze di custodia cautelare è il furto pluriaggravato di una borsa contenente pietre preziose del valore di 4,8 milioni di euro, perpetrato lungo l’autostrada del Brennero ai danni di un rappresentante orafo.
Questo crimine, di portata internazionale, ha rivelato la capacità organizzativa e la spregiudicatezza del gruppo criminale.
Ma le attività illecite non si sono limitate al furto di gioielli.
Le indagini hanno documentato l’utilizzo fraudolento di carte di credito, il furto di monete da collezione in oro e argento, e la sottrazione di orologi Rolex, commessi in un ventaglio di province, tra cui Venezia, Padova, Piacenza, Ravenna e Trento, dimostrando una pervasività e una capacità di adattamento delle attività criminali.
L’operazione rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e nel contrasto alla sottrazione di beni illecitamente acquisiti, mirata a tutelare l’economia legale e a garantire la sicurezza dei cittadini.