La revisione del percorso formativo per i medici e la necessità di un quadro giuridico che ne protegga l’esercizio professionale rappresentano due pilastri imprescindibili per il futuro del sistema sanitario marchigiano.
Questa visione, espressa dal presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, durante un confronto con gli altri aspiranti governatori, pone l’accento su un delicato equilibrio: garantire la responsabilità professionale senza soffocare l’iniziativa e la capacità di giudizio dei medici.
Lungi dall’essere una carta bianca che legittimi comportamenti negligenti, lo scudo penale inteso come tutela della professione mira a salvaguardare i medici dalle conseguenze sproporzionate di errori inevitabili, che fanno parte integrante di un processo decisionale complesso e spesso in condizioni di incertezza.
Si tratta di riconoscere che la medicina è un’arte, una scienza in continua evoluzione, e che la responsabilità non può essere assoluta in un contesto di progressivo aumento della complessità clinica.
L’approvazione del disegno di legge sulla riforma della formazione medica si configura come un intervento strategico per affrontare le eredità strutturali che affliggono il sistema sanitario regionale.
Queste criticità non si limitano alla gestione finanziaria, sebbene rappresentino una priorità, ma abbracciano anche la ridisegnatura dell’organizzazione territoriale, un aspetto cruciale per ottimizzare l’accesso alle cure e rispondere efficacemente alle emergenze.
L’ottimizzazione del servizio di emergenza-urgenza, in particolare, è essenziale per garantire un intervento tempestivo e adeguato in situazioni critiche.
Altrettanto importante è il rafforzamento delle azioni di prevenzione, finalizzate a promuovere la salute e ridurre l’incidenza di patologie croniche, che costituiscono una quota sempre più rilevante del carico assistenziale.
La crescita dell’aspettativa di vita, un indicatore di progresso sociale, porta con sé la comparsa di nuove sfide mediche e la necessità di adattare le strategie di cura.
La società contemporanea, caratterizzata da una popolazione più longeva, richiede un sistema sanitario capace di affrontare patologie complesse e spesso multifattoriali.
La riforma della formazione medica, pertanto, deve mirare a formare medici competenti, responsabili e capaci di adattarsi alle nuove esigenze della popolazione, promuovendo un approccio olistico alla cura che tenga conto non solo degli aspetti clinici, ma anche dei fattori sociali, economici e ambientali che influenzano la salute.
La sfida è quella di costruire un sistema sanitario resiliente, equo e capace di rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione.