sabato 6 Settembre 2025
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Palermo

Scandalo al TAR Sicilia: funzionario accusato di appropriazione indebita

Un terremoto amministrativo scuote il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Sicilia, con il licenziamento di Mauro Basile, figura apicale e storica del corpo amministrativo, accusato di appropriazione indebita di fondi destinati al contributo unificato, un importo obbligatorio versato da chi presenta ricorso alla giustizia amministrativa.

L’ammontare presuntamente sottratto, secondo stime iniziali, supera i 100.000 euro, un dato che solleva interrogativi sulla vulnerabilità dei sistemi di controllo e sulla potenziale diffusione di pratiche illecite all’interno dell’istituzione.

L’indagine, orchestrata congiuntamente dalla Procura Distrettuale di Palermo e dalla Corte dei Conti, ha delegato i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria per tracciare con precisione il modus operandi del funzionario.
Le accuse ipotizzate riguardano non solo la sottrazione diretta dei fondi, che variavano da 300 a 6.000 euro a seconda del valore della causa, ma anche la messa in atto di una forma di corruzione, con Basile che, a quanto pare, offriva sconti a chi presentava ricorso, per poi incassare personalmente le somme relative.
L’evento ha generato un’onda d’urto all’interno del TAR, con il Presidente Salvatore Veneziano che, pur richiamandosi al principio del riserbo investigativo, ha riconosciuto la gravità della situazione.
Veneziano ha precisato che la scoperta è avvenuta nell’ambito di controlli periodici e di una politica di rotazione degli incarichi finalizzata alla prevenzione della corruzione.

L’emersione del “buco” finanziario è stata immediata dopo che Basile ha lasciato la responsabilità dell’ufficio del contributo unificato.
Questo episodio non è semplicemente una questione di appropriazione indebita, ma mette in luce una serie di criticità sistemiche.
Si evidenzia una potenziale mancanza di supervisione adeguata all’interno del TAR, che ha permesso a un funzionario apicale di operare indisturbato per un periodo prolungato.

L’incidente solleva interrogativi sulla governance dell’amministrazione giudiziaria, sulla necessità di rafforzare i controlli interni e sulla necessità di una maggiore trasparenza nei flussi finanziari.
L’evento potrebbe avere ripercussioni significative sulla reputazione del TAR di Sicilia e sulla fiducia dei cittadini nella giustizia amministrativa.
L’indagine è in corso e si preannuncia un’analisi approfondita non solo delle responsabilità individuali, ma anche delle dinamiche interne che hanno permesso l’accaduto, con l’obiettivo di implementare misure correttive volte a prevenire il ripetersi di episodi simili e a ripristinare la fiducia nell’integrità dell’istituzione.

La vicenda invita a una riflessione più ampia sul ruolo e la responsabilità dei funzionari pubblici, nonché sulla necessità di una cultura della legalità e della trasparenza all’interno della pubblica amministrazione.

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