venerdì 5 Settembre 2025
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Perugia

Capanne, visita al carcere: sovraffollamento e diritti a rischio.

La visita al carcere di Capanne, promossa dalla Camera Penale di Perugia “Fabio Dean” nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Ristretti in agosto”, ha rappresentato un’occasione cruciale per illuminare le complesse dinamiche che animano il sistema penitenziario umbro.
Oltre alla presenza del presidente Luca Gentili, una delegazione di rappresentanti istituzionali, tra cui il consigliere regionale Fabrizio Ricci, ha attraversato le celle e interagito con i detenuti, testimoniando in prima persona le sfide che permeano la vita quotidiana all’interno della struttura.

L’iniziativa, come sottolineato dal presidente Gentili, si inserisce in un dibattito nazionale urgente e spesso superficiale.
Le questioni carcerarie, infatti, emergono con frequenza sui diversi livelli di discussione pubblica, ma spesso si traducono in azioni concrete insufficienti.

Il sovraffollamento, l’elevato numero di detenuti con problematiche psichiatriche, e le conseguenti difficoltà nel garantire un percorso di rieducazione adeguato, si presentano come ostacoli significativi.
La visita ha permesso di apprezzare, al di là dei dati statistici, la reale difficoltà che i detenuti affrontano, un disagio amplificato dalla cronica carenza di personale, che incide pesantemente anche sulle forze dell’ordine penitenziarie, sul personale sanitario e sulla direzione del carcere.

La carenza di risorse umane, come evidenziato, si traduce in una compromissione dei diritti fondamentali, tra cui quello alla salute, un diritto inalienabile che non può essere sacrificato sull’altare di tagli di bilancio e scelte politiche miope.
Il consigliere regionale Fabrizio Ricci ha quantificato il sovraffollamento al 60%, un dato allarmante confermato da diverse figure professionali interne al carcere: polizia penitenziaria, direttrice, personale sanitario e operatori sociali.

Questa situazione di emergenza richiede interventi immediati, come sottolineato dal consigliere, e l’impegno della Presidente Proietti e dell’amministrazione regionale a trovare soluzioni concrete.

Un segnale incoraggiante è il ripristino del Provveditorato regionale, una misura che, pur rappresentando un primo passo, deve essere accompagnata da un impegno più ampio per ridurre il numero di detenuti e incrementare significativamente il personale.
La semplice riorganizzazione amministrativa, infatti, non è sufficiente a risolvere problemi strutturali che affondano le radici in una politica penale inadeguata e in una gestione delle risorse carente.

La visita al carcere di Capanne non si è limitata ad un’ispezione formale, ma ha rappresentato un momento di riflessione e di consapevolezza.

Un’occasione per sollecitare un cambio di paradigma nella gestione del sistema penitenziario, ponendo al centro la dignità umana e il diritto alla riabilitazione.

Un impegno che deve coinvolgere tutti gli attori istituzionali, dalla politica alla magistratura, fino alle associazioni di volontariato, affinché il carcere possa tornare ad essere un luogo di reinserimento sociale e non un mero contenitore di emarginazione.
La necessità di un investimento mirato non è solo una questione di etica, ma anche di sicurezza: un sistema penitenziario efficiente e inclusivo è la migliore garanzia di una società più giusta e pacifica.

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