04 luglio 2024 – 15:45
Lo studio di civilisti torinese Ambrosio e Commodo, insieme ad altri 14 studi legali europei affiliati al Global Justice Network, ha avviato un’importante azione legale per ottenere giustizia in merito all’utilizzo di ventilatori difettosi e caschi Cpap a marchio Philips. Questi dispositivi, impiegati nelle terapie intensive durante l’epidemia di Covid-19, sono stati prodotti con materiali che possono rilasciare microparticelle cancerogene quando esposti a calore e pressione. L’ammissione dell’azienda riguarda oltre un milione di persone in Europa e circa 100mila in Italia che hanno utilizzato tali dispositivi per trattare disturbi respiratori.La rete di avvocati del Global Justice Network e l’associazione dei consumatori Adusbef hanno unito le forze per portare avanti questa causa legale. Il ricorso è stato depositato presso il tribunale di Milano, poicheeacute; la divisione italiana di Philips responsabile della distribuzione dei dispositivi nocivi ha sede nella città lombarda. La partecipazione alla class action non è limitata solo a coloro che hanno subito danni fisici documentati, ma anche a chi si è trovato costretto a scegliere tra rinunciare alle cure necessarie o esporre seeacute; stessi ai rischi derivanti dall’utilizzo dei ventilatori difettosi.Questa azione legale segue una precedente decisione del tribunale e della Corte d’Appello di Milano che ha imposto il ritiro dal mercato italiano di tutti i dispositivi dannosi prodotti da Philips. La campagna doveva concludersi nell’anno precedente, ma i ritardi hanno costretto l’azienda a pagare penali significative a favore delle vittime danneggiate. Si apre ora una nuova fase nella ricerca della giustizia per coloro che sono stati colpiti dall’utilizzo di questi dispositivi difettosi, con la speranza che il sistema legale possa garantire loro il ristoro adeguato per i danni subiti.
