domenica 7 Settembre 2025
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Giubileo LGBTQ+: La Chiesa a Roma per un gesto di riconciliazione.

Nell’abbraccio spirituale della Chiesa del Gesù, a Roma, si è celebrato un Giubileo carico di significato, un’occasione per riflettere sul cammino di inclusione e riconciliazione per la comunità LGBTQ+.
Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, ha presieduto la celebrazione, offrendo un messaggio di speranza e di profonda riflessione sul concetto di dignità umana.

Il Giubileo, per Savino, non è un mero evento commemorativo, ma un tempo attivo di *giustizia riparativa*.
Un’ora in cui la Chiesa è chiamata a compiere un atto di profonda umiltà, restituendo a chi è stato negato il riconoscimento e il rispetto dovuti.
La dignità, pilastro fondamentale dell’esistenza umana, è un dono intrinseco, *incancellabile* come un’orma lasciata nel profondo del cuore.

Non si tratta di cancellare il passato, con le sue ferite e le sue ingiustizie, ma di affrontare il dolore con coraggio, guardando avanti con la consapevolezza che la grazia divina è capace di trasformare ogni cicatrice in segno di speranza.

L’episodio dell’incontro con Papa Leone XIII, a cui Savino ha riferito dell’invito a celebrare questo Giubileo, sottolinea un gesto di apertura e di incoraggiamento da parte del Pontefice.
Leone XIII, con la sua predisposizione all’ascolto e la sua straordinaria tenerezza, ha spinto il vescovo a compiere questo atto di fede e di accoglienza.
Un invito che va interpretato come un segnale di cambiamento, un invito a superare pregiudizi e stereotipi che hanno troppo a lungo offuscato la luce della verità.

La comunità LGBTQ+ non è un’astrazione, ma un popolo concreto, fatto di *volti*, di *storie* individuali, di esperienze uniche e irripetibili.

Ogni persona porta con sé un bagaglio di sofferenze, di speranze, di sogni, di aspirazioni.

La richiesta di riconoscimento non è un atto di pretesa, ma un’istanza di *autenticità*, un desiderio profondo di essere visti e accettati per quello che si è, con le proprie fragilità e le proprie peculiarità.
Ogni persona possiede una bellezza intrinseca, una ricchezza interiore che merita di essere celebrata e valorizzata.

Il messaggio finale di Savino è un appello all’umanità, un invito a costruire ponti di dialogo e di comprensione, ad abbattere i muri dell’intolleranza e del pregiudizio.
Un messaggio di speranza per un futuro in cui ogni persona possa sentirsi accolta e amata, *integralmente* e *senza riserve*, nella famiglia umana e nella casa della Chiesa.

La vera fede, infatti, si nutre di compassione e di inclusione, e si manifesta nell’accoglienza incondizionata di ogni fratello e sorella.

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