08 luglio 2024 – 16:20
La situazione critica del sistema carcerario italiano si riflette in modo evidente anche nelle carceri situate in Piemonte. La mancanza di personale della polizia penitenziaria, l’eccessivo sovraffollamento delle strutture rispetto alla capacità massima di detenuti accoglibili, la carenza di educatori e personale medico sono solo alcune delle problematiche che contribuiscono ad aggravare la situazione, insieme alle preoccupanti statistiche sui suicidi tentati e riusciti e sugli atti di autolesionismo verificatisi all’interno delle celle.Nello specifico ad Asti, i detenuti ribelli stanno impedendo la chiusura dei cancelli dell’area di isolamento, assumendo così il controllo su una parte significativa del carcere. Il fenomeno del sovraffollamento coinvolge la maggioranza delle strutture penitenziarie piemontesi, mentre il personale si trova in una condizione di precarietà e confusione a causa della mancanza di direttive chiare: per ripristinare l’ordine è necessario l’intervento delle unità speciali promesse dal sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro.Le richieste avanzate dai sindacati della polizia penitenziaria al prefetto di Asti, Claudio Ventrice, che ha accolto le istanze sindacali impegnandosi a sollecitare l’intervento del ministero attraverso i canali istituzionali, mettono in luce anche le criticità legate alla gestione dirigenziale. La mancanza di comandanti in diverse strutture comporta la perdita di punti di riferimento fondamentali per le direzioni e per tutto il personale impiegato. Inoltre, la carenza di ispettori e sovrintendenti penitenziari, figure cruciali nella gestione delle emergenze e dei momenti critici all’interno delle carceri, rappresenta un ulteriore nodo da affrontare con urgenza.Altri problemi gravi includono la carenza di educatori e la totale assenza di mediatori linguistici adeguati alla presenza predominante di detenuti non italofoni. Il sovraffollamento continua a essere un ostacolo rilevante: a Torino vi sono ben 1488 detenuti contro i 1118 posti disponibili; ad Asti si contano 267 detenuti anziché i previsti 207 posti. Infine, i dati relativi ai suicidi e ai tentativi avvenuti nelle carceri piemontesi destano grande preoccupazione: al 30 giugno il numero dei suicidi registrati è già pari al totale dell’intero anno precedente.